CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

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Airto Moreira

1. agosto 2010 – 08:44No Comment
Airto Moreira

Airto Moreira, profeta del ritmo

(Interviste – 10/07/2008) Negli anni Settanta era il percussionista n.1 a livello mondiale. Dopo mezzo secolo di carriera, il brasiliano Airto Moreira, residente in California, non intende rallentare il ritmo e continua a muoversi da un paese all’altro tra concerti, workshop o mostre. Tra i progetti futuri assieme alla cantante Flora Purim, sua moglie da 42 anni, una Mostra itinerante nei musei del Brasile di Strumenti Musicali e un cd tutto brasiliano – “Flora Brasileira” – con grandi artisti, tra cui Milton Nascimento, Chico Buarque e Djavan. Con questo servizio-intervista abbiamo creato un ritratto del grande maestro brasiliano.

Il Brasile è la sua terra, la natura la sua ispirazione, la percussione la sua lingua. Il suo nome attraversa gli stili musicali, vola da un disco all’altro, da solista o in gruppo. E’ Airto Guimaraes Moreira, leggenda vivente, percussionista, batterista, compositore e produttore. Nato nel 1941 a Itaiópolis, Airto a tredici anni è già un professionista che suona samba e jazz, nel 1967 si trasferisce negli Stati Uniti dove raggiunge la cantante, e moglie, Flora Purim. Lì incontra Paul Desmond, Cannonball Adderley, ma sono le collaborazioni con Miles Davis, Weather Report, Chick Corea che gli consentiranno di entrare nell’Olimpo dei percussionisti e di suonare poi con tutti i grandi, da Quincy Jones a Carlos Santana.

L’originale pronuncia delle sue percussioni brasiliane ha fornito un contributo innovativo ai linguaggi del jazz e della world music tanto da ispirare la creazione della categoria ‘percussioni’ nel referendum annuale fra i lettori dell’autorevolissimo Down Beat per decretare il miglior percussionista al mondo. Titolo che Moreira si è aggiudicato moltissime volte.

Pochi sanno che Airto possiede un altruismo d’altri tempi, che ha sempre manifestato sostenendo con giudizi positivi i colleghi e, magari, concorrenti. “Jack De Johnette è il drummer che amo di più – esordisce Airto – eravamo nel gruppo di Davis, le sue bacchette sono d’oro, grande musicalità e bravo compositore. Come multipercussionista: l’indiano Trilock Gurtu, ma mi piacciono anche Zakir Hussain e Naná Vasconcelos”. Per la schiettezza e le straordinarie doti musicali, tutti i colleghi lo stimano unanimemente, cosa rara nell’ambiente artistico.

Airto è un sessantenne robusto, lento nei movimenti, ma in scena è un ventenne e svolge alla grande il ruolo di ambasciatore del ritmo e della contaminazione musicale, e l’ha dimostrato al settimo festival Brasiliano organizzato a Bologna dall’Associazione Culturale M.A.M.B.O. ( www.cafelatino.info ).

Nel clinic, presso l’auditorium Music Academy 2000, ha trattato la poetica ‘moreiriana’ nel suo insieme e nelle varie declinazioni, ha svelato come creare e raccontare la musica attraverso trame ritmiche personalizzate partendo dalla tradizione e dalle percussioni brasiliane, ha scomposto nei minimi particolari i componenti essenziali dei ritmi, e in particolare gli elementi del suo modo di fare musica, per poi ricomporne il quadro finale. Moreira insegna a tirare fuori dall’anima una vocina interiore che “ci racconta come disegnare il ritmo, tutto discende dall’energia universale che domina la nostra esperienza”. Ma a chi gli chiede se vi è relazione con il culto afrobrasiliano del candomblè, lui risponde: “Non faccio parte di comunità religiose, anche se in passato ho suonato musiche che traevano ispirazione da un rituale simile. Io ho un mio pensiero e non credo che le divinità siano sensibili ai ritmi, perchè le forze spirituali sono qui attorno a noi, sempre”. Simula con la voce i suoni della natura, imita quelli della batteria, poi si avvicina alla grande tavola dove sono allineate su un drappo rosso le piccole percussioni e intona ritmi swinganti con padelline, pandeiro, caxixi, agogo, surdo e sonagli, passa alla batteria dimostrando la flessibilità del samba piegandolo su tempi pari e dispari, dai 2/4 ai 7/4. Infine, brevi flash su frevo, bossanova e jazz samba e un divertente amarcord sul ritmo baiao, che ebbe successo nel Cinquanta nella versione italiana del baión ballato e cantato da Silvana Mangano nel film  Anna che intonava così

“Ya viene el negro zumbon/ Bailando alegre el baion/ …..“.

Tra workshop, conferenza stampa e concerto di “percussioni e voce” Airto ha dato vita ai ricordi di una vicenda artistica che corre da molto tempo “e in gran parte assieme alla cantante Flora Purim – sottolinea Airto – che è anche mia moglie da 42 anni. E quando è possibile anche con nostra figlia Diana, cantante e strumentista”.

Adesso, all’insegnamento nei corsi di Etnomusicologia all’UCLA di Los Angeles, aggiunge anche clinics all’estero. E’ un nuovo rapporto con la musica? “No, ma ogni tanto si presenta il binomio concerto-clinic e accetto, ma raramente. L’insegnamento è una responsabilità troppo grande per me”.

Nella sua discografia sterminata (www.airto.com) due sono i lavori “a cui resto più affezionato: Promises Of The Sun, con Milton Nascimento ecc., e Quarteto Novo, titolo omonimo del gruppo, tra cui c’era Hermeto Pascoal. E’ la musica più bella che ho suonato nella mia vita: ritmi brasiliani con jazz”.

Bitches Brew di Miles Davis è l’album storico cui ha collaborato e ci svela un segreto di quella produzione. “Sì, hai ragione. Il mio nome non è tra i credits di quelle session entrate nella storia del jazz perchè quando entrai a collaborare il gruppo – tra cui c’erano Joe Zawinul, Wayne Shorter ecc. – stava registrando già da un po’; inoltre, ero sotto contratto con CTI Records di Creed Taylor che non mi autorizzò. C’ero, ma nascosto!”.

E invece il nostro si farà vedere presto sulle piste di casa con nuovi progetti: “Sì, con una Mostra itinerante nei Musei del Brasile di Strumenti Musicali; poi con Flora Purim incideremo un album assieme a musicisti e compositori brasiliani, e solo musica autoctona. Il titolo sarà “Flora Brasileira”, un omaggio a fauna e flora del nostro Paese. Sono in corso contatti con artisti del calibro di Milton Nascimento, Chico Buarque, Djavan e altri ancora. Un’opera importante, sia per Flora sia per i nostri connazionali: è il primo album tutto brasiliano di Flora”.

Foto: Mario Ventimiglia

Si ringraziano per la collaborazione: Associazione Culturale M.A.M.B.O. e Agenzia Artemedios di Alejandro Orellana e Clara Salina.

Questo articolo è stato pubblicato su JAM-Viaggio della musica

(n.150, luglio-agosto 2008).

E l’intervista completa, sempre a cura di Gian Franco Grilli, è apparsa su

MUSICA JAZZ (n.6, giugno 2009)

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