CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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Cuba: “La Moglie del Colonnello” di Montaner, secondo Guglielmi

10. settembre 2012 – 12:52One Comment
Cuba: “La Moglie del Colonnello” di Montaner, secondo Guglielmi

Il romanzo di  Montaner – già presentato su queste pagine da Gordiano Lupi con intervista all’autore che potete rileggere cliccando qui –  ha stimolato il nostro lettore Giancarlo Guglielmi (ex editore, che tra l’altro divide da molti anni la sua vita tra Bologna e L’Avana) a inviarci una sua recensione de La Moglie del Colonnello (edizioni Anordest). Noi ve la sottoponiamo con piacere e auspicando magari possa far scaturire un piccolo dibattito letterario (nella rubrica MiCorner) tra quanti hanno già letto il volume.

Carlos Alberto Montaner, scrittore cubano che vive a Miami, ci offre un bel romanzo imperniato sull’erotismo e il suo percorso letterario, e gli va subito riconosciuto che riesce a darci narrazioni di forte sensualità. Inoltre la vicenda nel contesto di un regime autoritario-conservatore per cui fare sesso diventa una specie di “sesso estremo” che unito alle pagine dedicate alla cucina diventa anche “sesso / cibo”, che pare essere una delle ultime mode americane, ma la narrazione ci ricorda che questo tipo di sesso era già praticato all’epoca della decadenza dell’impero romano.

Montaner ci guida in una escursione tra i principali riferimenti del genere, a cominciare da Anais Nin, autrice di narrazioni erotiche diventate dei classici, passando per Simone de Beauvoir e Goya con la sua Maya Desnuda, con rimandi al “Bukovsky cubano” Pedro Gutierrez, però senza mai cadere nella truculenza pornografica del suo conterraneo..

Vengono alcuni dubbi sulla validità, l’esattezza e, (se ci fossero ancora le femministe di un tempo lo urlerebbero) la correttezza, che un maschio descriva la sessualità femminile, ma rersta decisamente una piacevole lettura.

Un altri dubbio sorge sulle assurdità politiche descritte, che non sia fantapolitica. Ma poi mi sono ricordato che ancora quando ho fatto il militare io gli omosessuali erano “scartati”,  che voleva dire esclusi, il termine usato era quello perché più offensivo. E ho ricordato che fino agli anni 70 esisteva il divorzio all’italiana, e cioè il marito che uccideva la moglie per tradimento si beccava al massimo 3 anni, immortalato dall’ottimo film di Germi con la grande interpretazione di Mastroianni.

Quindi visto che in Italia esistevano queste assurdità probabilmente esistevano anche quelle descritte nel libro.

In conclusione, è una storia emblematica del tragico xx secolo, anche chiamato il secolo breve, cosi come lo è  l’inaspettato e sublimato finale, con la sconfitta della vita nel confronto con la morte.

Fatti i complimenti a Montaner non si può tacere sulle inspiegabili carenze o errori di traduzione, a cominciare dal titolo, cambiato quello originale: la DONNA del Colonnello in la MOGLIE, che sembrerebbe una inezia ma che invece cambia le caratteristiche del soggetto principale della narrazione. Se si dice la “donna” anche se “del”, resta un soggetto autonomo, mentre la “moglie” anche senza il “del” si recepisce come soggetto dipendente, che non è il pensiero dell’autore.

Dopodichè inspiegabilmente più volte si ripetono i due termini insieme: “omosessuali e lesbiche”, e mi riesce difficile credere che nel mondo letterario ci sia qualcuno che non sa che omosessuale non sta per uomini ma comprende i due sessi, e che aggiungere lesbiche non alcun senso già che sono comprese nel primo termine. L’editore avrebbe dovuto correggere lo strafalcione, in gay e lesbiche o fermarsi al primo termine.

Insomma già che si traduce un autore di qualità, andrebbe trattato con più rispetto.

Speriamo che cosi sia la prossima volta.

Giancarlo Guglielmi

un comentario »

  • marino ha detto:

    Gentile Giancarlo,

    la ringrazio dell’attenzione che lei porge a La moglie del colonnello.
    Mi ci sono andati gli occhi per caso, mi viene da ridere, mi creda. Lei in questo grigiore del Nord Europa dal quale rispondo con tanto ritardo, mi salva la giornata. Ma come può pensare che La mujer sia la donna, come può, prima di raccontarci ciò che pensa non sapere che la versione inglese de La mujer è The colonel’s wife? Ma è evidente che è la moglie, e sul resto, sulla distinzione di certe cose, ma lei mi fa così sprovveduto dal non riconoscere l’omoios greco e le coniazioni etimologiche di karl Maria Kertbenyana memoria? L’omoios a Cuba, il simile, nel sesso intendo, contiene, purtroppo, una spaventosa piaga di machismo, e questo romanzo è un gesto libero che disinfetta, un romanzo che accoglie, e che deve distinguere dove la lingua batte il nervo, e usare, come sostengo sia giusto, quella scelta. Ma forse non è questo, è che a volte, come sostiene lei, anche le traduzioni andrebbero trattate con più rispetto.
    Cordialmente,
    marino magliani

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