CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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Andalusia a Bologna con Israel Galván

28. febbraio 2017 – 17:29No Comment
Andalusia a Bologna con Israel Galván

Venerdì 3 Marzo 2017 alle ore 21, Teatro Auditorium Manzoni, un evento imperdibile ci trasporterà nel più autentico mondo del flamenco, nel cuore dell’Andalusia. Per la prima volta a Bologna approderà uno dei più acclamati rappresentanti del “baile flamenco”, insignito dei più prestigiosi premi spagnoli ed internazionali: Israel Galván con David Lagos, custode dei canti del periodo d’oro, e Alfredo Lagos, chitarrista di Jerez, città natale del flamenco, riportando “l’oro” sotto ai nostri occhi.

Nel flamenco, come in ogni altra arte, storici, specialisti e critici progressivamente hanno definito i periodi di riferimento. Il periodo definito “L’età dell’oro” del Flamenco, corrisponde ad un periodo che va dalla fine del XIX secolo fino agli anni ’30 del XX secolo. Questo periodo si contraddistingue in modo particolare per la danza e il canto, la chitarra subentrerà più avanti. Secondo questo approccio, nessun cantante o ballerino di oggi, tranne casi eccezionali, è in grado di eguagliare la qualità, la purezza e la creatività di coloro i quali hanno portato il flamenco alla sua massima espressione, segnandone il periodo d’oro. Da allora, si registra un declino nell’arte del flamenco: impoverimento, semplificazione, fusioni e anche perdita di contenuti, senso e spirito che hanno animato quest’arte del suo periodo migliore.

Israel Galván ritorna a questa “Età dell’oro” con David Lagos, custode dei canti del periodo d’oro, e Alfredo Lagos, chitarrista di Jerez, città natale del flamenco, riportando “l’oro” sotto ai nostri occhi.

Israel Galván “è il più vecchio dei bailaores giovani”, dice di lui Enrique Morente. Insignito del Premio nazionale per la Danza nella categoria ‘Creazione’ assegnato dal Ministro della Cultura spagnolo “per la sua capacità di generare in un’arte come il flamenco una nuova linfa senza dimenticare le radici vere che lo hanno sostenuto fino ai nostri giorni e che ne hanno fatto un’arte universale”. Ed è verissimo, perchè Israel Galván conosce bene il baile antico tanto quanto è in grado di scovare un gesto flamenco nella danza butho. Fra i rigidi canoni storici e il formalismo moderno, Israel Galván si distoglie dai percorsi battuti, stravolgendo i canoni. Parte dalla più pura tradizione del baile flamenco, per presentare il suo flamenco barocco e concettuale. Viene ispirato per le sue creazioni da tutto ciò che lo circonda, da tutto ciò che lui “vede flamenco”, sia esso un film, una partita di calcio, una coreografia di danza classica o un quadro di Dalí. Senza dubbio il lavoro di Israel Galván ha segnato un punto di non ritorno: dopo di lui il baile flamenco si apre a nuovi orizzonti.  Israel Galván de los Reyes, nasce a Sevilla nel 1973. È figlio di José Galván e Eugenia de Los Reyes, e apprende la danza flamenca da loro. Solo nel 1990, a 17 anni, Israel Galván riconosce la propria vocazione per il baile. Nel 1994 entra a far parte della neonata Compañía Andaluza de Danza diretta da Mario Maya, dando il via ad una carriera incredibilmente premiata: Premio ‘Vicente Escudero’ al Concurso Nacional de Arte Flamenco di Córdoba (1995); Premio ‘El Desplante’ del Festival Internacional del Cante de las Minas di La Unión (1996); Premio del ‘I Concurso de JóvenesInterpretes’ alla IX Biennale di Flamenco di Siviglia (1996); Premio Flamenco ‘Hoy’ al miglior ballerino, concesso dalla critica (2001 e 2005); Premio ‘Giraldillo’ al miglior protagonista interprete del Baile, alla XIII Biennale di Flamenco di Siviglia (2004); Premio nazionale per la Danza nella categoria ‘Creazione’ assegnato dal Ministro della Cultura spagnolo; Grand Prix de Danse 2009-2010 (Francia); Premio MAX al miglior ballerino, concesso dalla Società spagnola Autori e Editori (2011); Premio MAX al miglior ballerino e migliore coreografia (2012); Bessie Award (New York, 2012); Medaglia d’oro dal Consiglio dei Ministri spagnolo (2012).  Creatore di uno stile virtuoso e innovatore all’interno della grammatica flamenca, Israel Galván, ha sviluppato un’estetica che ne unifica in modo significativo i due approcci contemporaneo e tradizionale. Ha collaborato con i maggiori esponenti del flamenco classico e contemporaneo, tra questi: Enrique Morente, Manuel Soler e Mario Maya, Sol Picó, Pat Metheny, Vicente Amigo, Alfredo Lagos, Manuela Carrasco, Lagartija Nick, Fernando Terremoto, Miguel Poveda, Diego Carrasco, Gerardo Nuñez, Belen Maya, Chicuelo, Joan Albert  Amargós, Diego Amador, Arcángel, Inés Bacán, Estrella Morente… Nel 1996 Vicente Amigo lo contatta per ballare nei concerti del suo disco “Vivencias Imaginadas” e da allora inizia la collaborazione con grandi bailaores e coreografi: con Manuel Soler in “Por aquí te quiero ver” (1996), con Mario Maya in “Los flamencos cantan y bailan a Lorca” (1997) e con Manuela Carrasco in “La raíz del grito” (1998).  Altri spettacoli a cui ha preso parte sono: “Mañana hace cien años” (1998), un omaggio a Lorca diretto da José Luis Ortiz Nuevo; “Abecedario” (1999), omaggio a Jorge Luis Borges diretto da Juan Antonio Maesso per la direzione scenica di Pepa Gamboa.

Nel 1998 fonda la sua compagnia e presenta il suo primo spettacolo “¡Mira! / los zapatos rojos”. Nel 2000 presenta il suo secondo spettacolo “La Metamorfosis”, la sua versione del romanzo di Kafka; seguono: 2002 “Galvanicas” con Gerardo Núñez (2002); “Arena”, coreografia sul mondo dei toreri e della corrida (2004); “La edad de oro”, un omaggio ai maestri del periodo d’oro del flamenco (2005); “Tabula rasa”, in cui si stravolgono i canoni del flamenco (2006); “Solo”, creazione sperimentale in cui il silenzio è musica (2007); “El final de este estado de cosas, redux”, una sua visione dell’apocalisse (2008); “La Curva”, unione di flamenco e musica contemporanea (2010). Per le sue creazioni si avvale sempre della direzione artistica di Pedro G. Romero Il successo de “El final de este estado de cosa, redux”, presentato alla Biennale di flamenco di Siviglia nel 2008 ha portato Israel Galvan al successo internazionale. Da allora è artista associato del Théâtre de La Ville di Parigi. Il 2012 è un anno importante per Israel Galvan, riceve tre importati premi: premio Max (Spagna), Bessie Award (New York), Medaglia d’oro (Spagna). La sua ultima creazione “LO REAL”, una riflessione sull’olocausto gitano durante il nazismo è stata presentata nel 2012 al Teatro Real di Madrid e nel 2013 al Théâtre de la Ville di Parigi.

I biglietti sono acquistabili anche in prevendita presso online su www.auditoriumanzoni.it e presso la biglietteria del Teatro Manzoni dal martedì al sabato dalle 15 alle 18.30 info 051.6569672

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