CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

continua...... »
musica

Arte

libri/cDVD

Viaggi

cultura e tradizioni

Home » CD e DVD, Cuba, danzon, latin jazz, live jazz, musica, Son, Venezuela

Cuba/ Yilian Cañizares, nuova stella afrocubana

19. febbraio 2018 – 19:383 Comments
Cuba/ Yilian Cañizares, nuova stella afrocubana

Un’esplosione di nuovo jazz afrolatino, straripante di allegria e colori, la performance del quintetto della violinista-cantante-rumbera cubana Yilian Canizares andata in scena domenica 18 febbraio al Teatro Bibiena di S.Agata Bolognese.

Come ogni espressione artistica, anche il latin jazz (che affonda le proprie radici nei ritmi e nelle musiche afrocaraibiche) è un fenomeno musicale in evoluzione e come tale ricerca nuovi orizzonti. La talentuosa avanera Yilian, una donna che non passa inosservata neppure fuori dal palcoscenico, con il suo archetto e la sua vocalità è certamente ambasciatrice di questa visione innovativa del jazz latino, dove la “clave” è sì sacra e non si tocca (sarebbe un sacrilegio allontanarsi!) ma va oltre questo pilastro ritmico incorporando sapientemente ingredienti, spezie e profumi di altre espressioni e non solo musicali, pescando appunto tra danza, teatro, letteratura e poesia (Simón Díaz, Luis Carbonell, Emilio Ballagas). Insomma, una bella miscela di linguaggi, come del resto è avvenuto e continua a succedere ancora oggi nel jazz.

Il concerto, applauditissimo nel piccolo ma caliente teatro Bibiena, ha ruotato attorno all’ultimo cd della bandleader, «Invocación», un concentrato delle sue molteplici influenze di ritmi afrocubani, canti yoruba, musica classica e jazz. Insomma,  un universo musicale di grande seduzione, come affascinante è il volto della protagonista sotto i riflettori in cui strada facendo sembrano apparire i tratti degli antenati che hanno ispirato le sue musiche, la sua carriera artistica, ma anche il lato intimo della sua vita personale quando ricorda la madre cui ha regalato Iya Mi, il brano di chiusura del disco e della serata. Meritevoli di citazione anche i suoi compagni di viaggio, due cubani, un venezuelano, un tedesco: l’azzeccato binomio Frank Durand, batteria  e Inor Sotolongo, multipercussionista (che ricorda quello rivoluzionario del Grupo Proyecto degli anni Ottanta, con Horacio “El Negro” e Roberto Vizcaíno, che tra l’altro è stato insegnante di Sotolongo); poi l’accoppiata Daniel Stawinski (piano) e David Brito (basso), tessitori del solido tappeto per le acrobazie vocali-strumentali-coreutiche di Yilian Cañizares, poliedrica artista che ha anche il dono di saper dialogare, coccolare e conquistare il pubblico. E dopo questa straordinaria scoperta non potevamo non sentire le frasi entusiastiche di una parte del pubblico già impaziente di rivedere Yilian, che tornerà in duo con Omar Sosa nella rassegna di Crossroads a Correggio (RE), il 26 maggio. Hasta pronto! (gfg)

 

FOTO seguenti:

le prime 9 sono di Euriolo Puglisi;

le rimanenti, da quella in bianco/nero in poi di Gian Franco Grilli

3 Comments »

  • DivineAspect ha detto:

    «Con quale parola, padre, mi consigliate di sostituire l’espressione che ho appena usato? L’espressione fuori luogo?

  • ViewsNews ha detto:

    Non èmia competenza entrare nel merito delle questioni musicali e dintorni ma credo sia necessario intervenire quando si parla di “comunicazione” cioè quando si parla di “forma” e “contenuto”. Umberto Eco e Louis Hjelmsev hanno in modo leggermente diverso, ma su un fondo comune, compreso che la “comunicazione” di qualunque tipo, compreso quella musicale, si esprime attraverso i “segni” (che Hjelmslev chiama “funzione segnica”) in cui l’espressione (ovvero la forma) e il contenuto sono solidali, ovvero esistono contemporaneamente: non si avrà mai una “funzione segnica” (ovvero una “comunicazione” linguistica, musicale o di immagini) senza la presenza contemporanea dell’espressione e del contenuto. Quindi la forma non è il contenuto e il contenuto non è la forma ma sono ambedue gli aspetti del Giano bifronte che guarda in due direzioni. Quando Simone Weil raccontava di aver trovato la “verità” non intendeva scoprire un mondo extra umano, ma intendeva prendere coscienza che nel mondo umano il concetto di “bellezza” (non definibile come i “miti”), come quello di estetica e quello di arte, era un concetto relativo al momento storico al servizio e al contorno delle classi privilegiate ovvero delle classi al potere.

  • Supercook ha detto:

    Joe and Frank, Frank especially, should follow-up the JAZZ theme from the big bands With the immense impact it had upon the movies of the 1950s, specially the film noir and crime movies. The impact it had and the style it created for the legendary film composers like Elmer Bernstein and Jerry Goldsmith for example. Jazz speeded-up the pace, the editing and even subject matter. Whether it”s MAN WITH THE GOLDEN ARM, ANATOMY OF A MURDER or so many other films and later TV shows like MISSION IMPOSSIBLE. Great musicians like Count Bassie lit the fuse, blazed the trail which lead to his last big-screen appearance playing April In Paris out by the famous Vasquez Rocks for BLAZING SADDLES. Now that was some surprise to the audience back in 1974, a jazz band out in the desert, in a western. So guys, let”s now take Class Movie Chat and naturally move on to JAZZ in the movies right!

Leave a comment to DivineAspect