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Latin / Cd Novità: Horacio “El Negro” Italuba

31. luglio 2020 – 13:14No Comment
Latin / Cd Novità: Horacio “El Negro” Italuba

HORACIO “EL NEGRO” HERNANDEZ e ITALUBA XV «Se Me Perdió La Maleta» (EGREM, 2020)

Horacio “El Negro” Hernández (batt.), Ivan Bridón (p., tast.), Amik Guerra (tr., flic.), Dany Noel (b.el.) – Percussionisti Ospiti: A.Acuña, R. Rekow, J.Díaz, K.Perazzo, T. Vizcaíno jr., E.Lazaga, El Piraña, G. Hidalgo, R.Flores, El Panga, L. Conte

Ci sono album che solo certi musicisti si possono permettere. Uno di questi è il batterista cubano Horacio “El Negro” Hernández, che una formidabile carriera ricca di collaborazioni trasversali alle musiche moderne e capolavori poliritmici inusitati, autorizza a fare un po’ quel che gli pare. A pochi mesi dalla pubblicazione del cd-dvd «Italuba Big Band», Horacio allunga il passo coinvolgendo il firmamento del percussionismo di scuola afro-caraibica per la registrazione di «Se Me Perdió La Maleta» (Egrem) con il quartetto Italuba, progetto di latin jazz che creò quindici anni fa assieme ai connazionali Ivan Bridón, Amik Guerra e Dany Noel (Daniel Martínez) allora tutti e tre residenti a Torino per poi disperdersi in Europa.

Le dodici tracce del freschissimo disco in quartetto – sono un piccolo festival di ritmi afro-caraibici fondendo guaguancó, danzón, mambo e sintassi jazzistica dove spiccano i migliori congueros e timbaleros in circolazione a livello mondiale e con i quali Horacio ha condiviso il palcoscenico e studi di incisione negli ultimi trent’anni. E non poteva andare diversamente, sia perché non ci può essere jazz en clave (o afrocuban jazz) senza un’adeguata e tipica forza percussiva sia per il fatto che questi quattro amici volevano celebrare in grande stile il quindicennale del loro sodalizio umano e artistico, e con quello spirito ironico che contraddistingue il cubano tanto da definire il lavoro una protesta jazz contro le compagnie aeree che puntualmente smarriscono la “maleta” (valigia) lasciandolo così “sin calzoncillo, sin medias y pasta de diente”, insomma, in mutande. Dopo la Intro che piega il canto della celeberrima Misaluba in Italuba su toque batà evocando Irakere, il più grandioso gruppo jazz cubano di tutti i tempi, a turno iniziano subito a sfilare gli illustrissimi ospiti. Aprono le danze due pilastri dei Santana, ossia Raul Rekow (La Maleta, brano contagioso!) e Karl Perazzo (Vision en la Niebla); poi il peruviano Alex Acuña (Otro Volver); ancora Cuba con l’enfant prodige Roberto Tata Vizcaino jr. e lo specialista del güiro Enrique Laza in un contagioso danzón (Goodbye Mulata ); seguono, la triade incadescente formata dai portoricani Giovanni Hidalgo e Richie Flores assieme al cubano El Panga (Jazz Latin Total), il cubano-californiano Jesús Díaz e lo spagnolo Piraña (Italuba, che è Misaluba sviluppata armonicamente dal sapiente Bridón), il cubano Luis Conte (Huyyeyei).

Italuba: Amik Guerra, Horacio, Dan Noel, Ivan Bridon

Basterebbero questi strepitosi ospiti per consigliare la nuova esplosiva ed efficace miscela di hard bop, lirismo, rumba, timba sotto la “dittatura” della clave, che è la cifra del magistero musicale di Italuba: sonorità calienti con cadenze ritmiche seduttive che qua e là strappano l’ascoltatore dalla sedia. Musica eseguita senza la minima sbavatura dove la clave a pedale di Horacio è incisiva al punto giusto ma soprattutto è funzionale all’insieme per orientare come un faro i suoi compagni di viaggio, ottimi accompagnatori e talentuosi solisti. Degni di segnalazione l’elegante, sincopato e lirico fraseggio del trombettista-flicornista Amik Guerra il quale si muove in sintonia completa con il grintoso Bridón, pianista a nostro avviso poco valorizzato nel panorama internazionale.

Horacio “El Negro” e Giovanni Hidalgo

Qui eccelle in La Zona, Balanco e Welcome, ma su tutto il progetto mostra con studiato equilibrio delle doti preziose nel disegnare sulle tastiere concetti ritmici tipici di Cuba come guajeo o montuno, timbri e colori tropicali, linguaggi senza confini intrecciando Chucho Valdés, Peruchín, Azymuth e chissà cos’altro ancora in questo ajiaco di influenze. Non di minore importanza il raffinato lavoro di cerniera del bassista Dany Noel, preciso e possente quel tumbao a volte sottotraccia ma sempre puntuale nei raccordi. Insomma, un trio di eccellenti musicisti coordinati dall’irresistibile Horacio, la cui tecnica sfavillante e incomparabile ne fa il re indiscusso delle bacchette latin e per questo forse l’unico in grado di interagire in scioltezza con i più acclamati percussionisti del mondo. Da qui ne è scaturito un flusso ritmi e di note davvero coinvolgente, latin jazz godibilissimo, trasparente, divertente, brillante che ti prende dalla prima all’ultima nota. Registrato in gran parte a Montreal, Canada, il disco al momento è disponibile solo sulle principali piattaforme digitali.

Gian Franco Grilli

(recensione pubblicata su Musica Jazz, luglio 202o)

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