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CD novità: «Muggianne» di Germano Mazzocchetti Ensemble

28. febbraio 2022 – 21:59No Comment
CD novità: «Muggianne» di Germano Mazzocchetti Ensemble
La musica dell’ultimo album di Germano Mazzocchetti Ensemble conquista l’ascoltatore per la ricchezza e complessità di un linguaggio incredibilmente atipico, incatalogabile, trasversale, e soprattutto personale. Muggianne (Alfa Music)  “è un album sorprendente”, parola di Nicola Piovani. E di fronte a tanta autorevolezza, che dire,  non possiamo che convenire e condividere di seguito anche tutta la sua presentazione-omaggio stampata nell’elegante  booklet del progetto discografico firmato dal fisarmonicista e compositore abruzzese. Che nella traccia 7, Incroci dolosi, mostra anche le sue conoscenze jazz citando con originalità il mingusiano Meditation on Integration. 

«Muggianne», la più recente fatica nella preziosa discografia di Germano Mazzocchetti, è un album sorprendente. La sorpresa sta nel fatto che l’autore riesce a scrivere musica nuova, non ripetitiva, ispirata, ma lo fa rimanendo nel solco rigoroso di una linea stilistica tutta sua, personalissima, navigando nello zodiaco di un’arte che affascina gli intenditori da anni. Ascoltate “Muggianne” e poi provate a dire a quale “genere” di musica appartenga: scoprirete quanto è incatalogabile la lingua di Mazzocchetti, la struttura lessicale dei suoi pentagrammi, e quanto sia impervia una sua definizione stilistica. Sono presenti in ogni pagina di questo album (e dei suoi precedenti) le radici fortissime dell’Abruzzo, della sua Città Sant’Angelo, e della musicalità della lingua angolana (così si chiama il suo dialetto). Ma si tratta di musiche certo non classificabili nel genere etnico, o popolare. Il percorso creativo che approda a “Muggianne” è stato lungo e poliedrico. Una passionale competenza per il jazz, una conoscenza approfondita del classico sinfonico – cameristico, la frequentazione del melodramma, del musical, della canzone classica napoletana, fanno di Mazzocchetti un multiforme ingegno musicale, che frequenta con perizia e disinvoltura Puccini, Mingus, Stravinsky, Cicognini, Paert, Cioffi-Pisano…
Tutto questo si sente nella sua scrittura, pur essendo in essa quasi inesistenti le citazioni dirette delle fonti e pur restando nei binari di una rigorosa compattezza stilistica. In più, il maestro Mazzocchetti opera da anni nel mondo del teatro di prosa. È uno dei più eccellenti autori di musiche di scena, di commenti musicali teatrali, sulla scia dell’amato Fiorenzo Carpi; e quest’attività è stata per lui palestra di narratività ed eclettismo. Si sente come tanti diversi mondi musicali abbiano contribuito alla formazione di questo ispirato disco della maturità, prezioso nel nostro panorama discografico-spotify che è dominato da cloni e fotocopie. Germano Mazzocchetti non “fa” il musicista, “è” un musicista, e qui sta la differenza fra chi ha musicalmente qualcosa da dire e chi ha qualcosa da copiare. Al fianco dell’autore fisarmonicista suona un ensemble di valenti solisti che, dopo anni di frequentazione di questo repertorio, hanno assimilato a memoria il senso del fraseggio mazzocchettiano. Se per questo album, a tratti sorprendente e spesso commovente, fosse necessario scegliere una teca di genere, e se si dovesse dare a questa teca per forza un nome, la scelta ricadrebbe sulla dizione di musica swing-folk-post-espressionista-politonangolàna. (Nicola Piovani)
P.S. Nella traccia 7, Incroci dolosi, fanno capolino affascinanti accenti jazzistici con la curiosissima citazione-rilettura del mingusiano Meditation on Integration. Una bella sorpresa per i jazzofili che qua e là nelle nove tracce incontreranno fraseggi e belle combinazioni di musica popolare e musica afroamericana. (Gfg)

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