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Novità Jazz CD: SEVEN COLORS di Floriana Foti

28. giugno 2022 – 00:45No Comment
Novità Jazz CD: SEVEN COLORS di Floriana Foti

Diciamolo subito: non ha ingredienti e accenti latin, ma questo «Seven Colors» (TRP Music) è un affascinante e cromatica miscela di jazz, tradizioni musicali culturali siciliane, caratteristiche mediterranee, lingue e pronunce diverse. Alla giovane cantante, musicista e compositrice catanese Floriana Foti dunque un meritatissimo e forte plauso per il suo debutto discografico con il quale mostra notevolissime doti vocali e interpretative di primissimo ordine, tecnica sopraffina. Artista completa.

Diciamolo subito: non ha ingredienti e accenti latin, ma questo «Seven Colors» è un affascinante e cromatica miscela di jazz, tradizioni musicali culturali siciliane, caratteristiche mediterranee, lingue e pronunce diverse. Alla giovane cantante, musicista e compositrice catanese Floriana Foti dunque un meritatissimo e forte plauso per il suo debutto discografico con il quale mostra notevolissime doti vocali e tecnica sopraffina. Artista completa per un album riuscitissimo, bellissimo, e  piacevole anche per il tocco elegante della grafica del libretto.

Al centro di questo lavoro trasversale agli stili lo strumento principale che spicca sull’insieme è la bellissima voce dell’artista siciliana in continua ricerca di atmosfere e contaminazioni tra sonorità in bilico tra jazz, soul, musica orale/tradizionale sicula e mediorientale che potremmo catalogare come etnojazz, world jazz o contemporary jazz, una definizione-ombrello che sta prendendo piede da qualche tempo. Il progetto, pubblicato da TRP Music, è stato realizzato con il contributo di sette musicisti di vaglia (tre sono quelli stabili del quartetto della bandleader più i tre ospiti della sezione fiati), essenziali per la riuscita di questo immaginifico affresco sonoro che emana calore umano, un ritratto intimistico capace di far vibrare le corde più recondite dell’anima: Suzan Veneman (tromba, Olanda), Denis Pavlenko (sax alto, Russia, track 1 e 6), Daniele Nasi (sax tenore. Italia, track 6, 7 e 9), Pasha Scherbacov (trombone, Russia, track 6 e 9), Tony Hoyting (pianoforte, Olanda), Andrea Caruso (contrabbasso, Italia) e Quique Ramírez (batteria, Spagna).

FLORIANA FOTI, laurea in Canto jazz, numerosi attestati e master in tecnica vocale, vanta anche una laurea in Lettere e Filologia Moderna  e tale fortissimo binomio tra musica e letteratura è magistralmente condensato in «Seven Colors»: disco non facile al primo ascolto, che vuole essere “una sorta di carta d’identità artistica in cui spiccano in maniera chiara le generalità e le tappe formative”  della cantante, musicista e compositrice catanese, iniziata alla musica da autodidatta all’età di 15 anni nel capoluogo siciliano. Dopo una gavetta con gruppi giovanili ed esperienze musicali diversificate emigrò in Olanda per studiare jazz in un conservatorio di grande prestigio. Oggi ascoltando il suo primo album si percepisce che accanto alle rotaie della musica moderna, del jazz in particolare, c’è stato e c’è il binario parallelo del mondo popolare siciliano, della musica orale/tradizionale, quella dei nonni (If You stayed with me è dedicata alla nonna di Floriana) a cui la musicista catanese sembra abbia saputo attingere da raccolte del passato o da altri repertori. Superata eccellentemente la prova di canto solistico in questo campo della musica popolare declinata jazzisticamente ci sentiamo umilmente di suggerire alla nostra talentuosa artista di insistere su quel terreno gettando anche un ponte tra jazz e canti a impianto polivocale, canti connessi con le attività dei cantastorie della tradizione siciliana e quant’altro merita di essere valorizzato tenendo conto di nuove sensibilità verso le diversità musicali e culturali. Tra l’altro va detto che Cu ti lu dissi, Marzapaneddu e Spunta lu suli ,inconsciamente o meno, hanno già tracciato la rotta per far risplendere le radici del patrimonio popolare siciliano al punto tale che ci vorrebbe poco alla bravissima Foti di dar voce ad una via mediterranea alla jazz song con caratteristiche più o meno simili, seppur con differenze nella mission, a quelle che stanno alla base della straordinaria corrente musicale del global jazz del pianista panamense Danilo Pérez, artefice della corrente alimentata e sviluppata all’interno dei progetti educativi della Berklee Music di Boston incorporando musicisti e culture di tutto il mondo. Se ci soffermassimo poi un attimo ad osservare da un ottica diversa Seven Colors ci renderemmo conto che la Foti con questo splendido lavoro ha già creato un insolito incrocio di tradizione popolare siciliana, modalità vocali mediterranee, accenti arabeggianti e sintassi jazz, che è una base di lancio pronta a sperimentazioni ulteriori di intrecci sul quel versante, avendo dimostrato saggezza nel rielaborare con elegante musicalità dei pezzi di repertorio narrativo, lirico e ritmico della tradizione orale dei suoi avi senza perdere sia l’identità della sua terra, sia il dna ,che il più vasto carattere stilistico mediterraneo. E proprio dall’attaccamento alle proprie radici identitarie e all’idea di valorizzarle contaminandole con altre espressioni, si deduce la scelta della giovane cantante di tornare a casa dopo diversi anni di studi, traguardi e incontri musicali in Olanda. Tornare per riprendere in mano il proprio cammino umano e professionale, tornare per dare agli altri nei luoghi dove nacquero i suoi primi amori musicali afroamericani, sviluppati prima da autodidatta e completati accademicamente poi attraverso la grammatica e la sintassi del jazz, l’idioma che dominano brillantemente tutti i membri dell’ensemble del progetto a sette colori. Meritevoli di particolare menzione i timbri e la fluidità dei fraseggi dei due sassofonisti (alto e tenore), gli impasti sonori della sezione fiati che conferiscono brio e vitalità contrappuntando la ritmica e il canto. Il jazz, comunque, la fa da padrone assoluto nel brano di apertura (Seven colors of the rainbow) e culmina a tempo scaduto con uno scat stellare della leader, nella bonus-track S’Wonderful (di Gershwin), una performance, una voce, uno swing  incredibili, a conferma che “l’esordiente” Floriana Foti oggi è una delle più brave protagoniste della jazz song in Italia. Tuttavia il pezzo che ha qualcosa di speciale, catartico e ha lasciato il segno in chi scrive è Marzapaneddu. Magico! Scrivendo poi queste righe mi piace dire che sono riapparsi via via nella mia memoria alcuni dei jazzisti di origini siciliane che contribuirono oltre un secolo fa a fondare il jazz a New Orleans come Nick La Rocca. Un merito in più di questo disco è stato dunque anche quello di farci rileggere pagine di storia e non solo musicali con degli italiani giusti in primo piano, in questo caso siciliani. (GFG)

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