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BRASILE. João Bosco, campione di MPB d’autore

14. ottobre 2022 – 23:37No Comment
BRASILE. João Bosco, campione di MPB d’autore

Uno spettacolo da pelle d’oca al Jazz Club Ferrara, mercoledì 12 ottobre 2022: merito del cantautore-chitarrista-compositore João Bosco che ha sfoderato una perfomance magistrale per canto, virtuosismo vocale e strumentale, ritmicità, melodismo, raffinatezza armonica. Recensione + video.

Se i concerti al Jazz Club Torrione di Ferrara sono sempre da incorniciare, sia per l’unicità del meraviglioso salotto del Torrione che ti permette di ascoltare veramente la musica, sia per l’eccellente cartellone di Francesco Bettini & Co,  quello di mercoledì 12 ottobre 2022 richiede una cornice davvero dorata. Per gli amanti della musica sudamericana  e il pubblico in generale è stato (per me e credo anche secondo i pareri dei cultori di MPB e dei brasiliani presenti) uno spettacolo da pelle d’oca: merito del grandioso cantautore-chitarrista-compositore brasiliano João Bosco che ha sfoderato una perfomance magistrale per canto, virtuosismo vocale e strumentale, ritmicità, melodismo, raffinatezza armonica. Un artista geniale che ha sincretizzato con naturalezza espressioni delle millelingue della musica popolare brasiliana (samba, bossa, choro…) jazz, bolero, originalissimo scat, accenti africani e anche timbri napoletani (almeno io li ho percepiti).

Bosco è da oltre quarant’anni una delle figure più amate della musica popular brasileira: chitarrista virtuoso, dotato cantante e sopraffino compositore di canzoni. Grazie alla lunga e proficua collaborazione con il paroliere Aldir Blanc, la sua straordinaria sintesi di jazz-samba, ritmi africani, caraibici e cultura araba ha letteralmente stregato grandi interpreti vocali, in particolare Elis Regina. O mestre sala dos mares, O bêbado ea equilibrista, Bala com bala, Kid cavaquinho, Caça à raposa, Falso brilhante, O rancho da goiabada, De frente pro crime, Fantasia, Bodas de prata, Latin Lover, O ronco da cuíca e Corsário sono solo alcune delle pagine più note del suo sterminato songbook . Non stiamo a stilare l’elenco dei brani interpretati al Torrione  tra cui Papel machê e O Bêbado E A Equilibrista, che hanno concluso la lunga e applauditissima carrellata, ripeto, da pelle d’oca. Unico il feeling (oltre a quello dello stile cubano feeling bolero che ha fatto capolino in un paio di brani) che ha saputo instaurare con il qualificatissimo pubblico di addetti e musicisti dal cuore carioca presenti in sala e appassionati preparati.  Non resta che annotare l’unico peccato  nel vedere molte sedie vuote per un concerto da favola, serata di musica affascinante. E da qui lo sconforto, per chi scrive, nel riscontrare invece dei sold out per le esibizioni di mezze cartucce in giro in vari locali, club e teatri della nostra Regione, e non solo. Purtroppo gli inviti ad avere curiosità per musiche altre, oltre al jazz e alle sonorità afroamericane fatica ad essere raccolto dal grande pubblico, e anche di tanti jazzofili che solitamente frequentano i vari jazzclub. In questo senso al Torrione c’è però uno zoccolo duro di appassionati fedeli con vedute musicali ampie che non si lascia sfuggire occasioni rare come queste di tinte sudamericane. (gfg)

 

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