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CD con latin: Perfect Journey di Enrico Solazzo

1. marzo 2023 – 21:23No Comment
CD con latin: Perfect Journey di Enrico Solazzo

Perfect Journey (Via Veneto Jazz) rappresenta un ottimo esordio discografico come leader del musicista brindisino-romano Enrico Solazzo. Un originale romanzo sonoro della propria carriera  narrato attraverso le proprie inclinazioni, gli stili e le passioni nel mondo delle note in compagnia di straordinari artisti con i quali ha condiviso momenti della vita musicale. Un ampio viaggio dentro la musica internazionale che ora viene condiviso con il vasto pubblico.

La Oldsmobile (?) americana anni Cinquanta della copertina del Cd sembra invitarci a bordo per un viaggio perfetto ascoltando le freschissime quattordici tracce di Perfect Journey di Enrico Solazzo (Via Veneto Jazz, Millesuoni). Ma dopo Lazy Nina (ultima traccia)  chi scrive si rende conto di aver effettuato invece una straordinaria crociera sonora con un transatlantico che dalla Puglia (terra del geniale maestro Solazzo) attraversando il Mediterraneo ha toccato le coste e i porti principali delle Americhe, da Montevideo a Buenos Aires e Rio, dall’Avana a New York per immergerci tra le millelingue musicali, pattern ritmici e strumenti originari di quel Continente (soul, rock-blues, funk, pop, jazz en clave, candombe, samba, bossa, rap, congas, timbal, batà, clave, cuica, eccetera) poi un continuo avanti e indietro tra Londra, Parigi e Napoli. Insomma le capitali mondiali delle musiche moderne che sarebbe stato complicato e meno comodo affrontare con quella seppur magnifica Oldsmobile car. Questo per aggiungere qualcosa al meraviglioso progetto del pianista, compositore, arrangiatore e produttore brindisino di adozione romana, Enrico Solazzo, musicista (potremmo dire con similitudini creative al grande Kip Hanrahan) che purtroppo non conoscevo avendo egli operato dietro le quinte soprattutto come arrangiatore per grandi star della musica italiana e non solo. Restituire dunque in poche righe tutto il mondo musicale, le sfumature, gli stili, gli accenti e le emozioni evocate dalle performance raccolte in studio dal Nostro è onestamente impossibile a chi scrive queste note. Impossibile perché si rischia di essere parziali nel giudizio e trascurare qualche protagonista tanti sono gli ingredienti impiegati, le alchimie realizzate e la moltitudine dei musicisti che hanno contribuito all’esordio discografico del bandleader. Infatti strano ma vero, dopo aver creato menù per grandi musicisti nel corso della sua carriera ultra decennale l’ottimo strumentista e compositore Solazzo deve aver pensato di farsi un regalo e allo stesso tempo tirare le somme per un bilancio che a nostro avviso è alquanto positivo e gratificante se è riuscito a stimolare tante collaborazioni per un lavoro autoprodotto e non sotto i diktat delle major. Dicevo dei musicisti, e che musicisti, solo per citarne alcuni tra cui diversi di spessore mondiale intervenuti a turno nelle diverse tracce: i batteristi Dennis Chambers, Roberto Gatto, Gegè Munari e Lele Melotti; il percussionista Gumbi Ortiz, i sassofonisti Baptiste Herbin, Chase Baird, Stefano di Battista, Max Filosi, i bassisti John Peña, Dario e Giorgio Rosciglione; chitarristi come Stefano Profazi, Franco Vinci e Rocco Zifarelli, i vocalist Dynamite Mc (rap), La Von Gorp, Fabiana Rosciglione, Tollak Ollestad (anche armonicista), il piano jazz di Antonio Faraò. A cui vanno aggiunti anche nomi sconosciuti ai più ma talentuosi come il giovane multistrumentista e vocalist cubano Kadir González López. Spiccano solisti di grande virtuosismo ma il virtuoso vero creativo dell’insieme è stato Solazzo-orchestra nell’aver combinato sapientemente con arrangiamenti magistrali frammenti e artisti di culture musicali diversificati. In sintesi, composizioni originali e notissime cover che sfilano brillantemente e con delicatezza una dietro l’altra, ma  con il nostro solito spirito “partigiano” esprimiamo le nostre preferenze citando nell’ordine le più afrolatineggianti Perfect Journey (affascinante l’onda alla Weather Report e il tumbao afrocubano di Gumbi Ortiz), El Negro Chino (brano del leggendario candombero uruguayano Rubén Rada), Paint The Picture (in cattedra il tenore di Baird) e Algo Azur (strepitoso il solo di Stefano Di Battista), brano che apre la carrellata. A questo punto, se non l’avete ancora fatto, prenotatevi questa “crociera”, non ve ne pentirete. (gfg)

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