CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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Cuba: Fidel-pensiero su Barack

1. aprile 2016 – 22:18No Comment
Cuba: Fidel-pensiero su Barack

Giancarlo Guglielmi ci invia da Cuba un suo commento alle parole di Fidel che analizza il discorso di Obama al popolo cubano durante la recente visita.

Obama chiese di poter parlare alla “societa’ civile” cubana, ed ebbe a disposizione il Gran Teatro de La Havana con la partecipazione di 1500 persone. Completamente assenti rappresentanti del Governo e del Parlamento, mentre erano presenti tutte le organizzazioni non governative.

Le piu numerose erano le varie Associazioni culturali, come la Uneac (Union Nacional  Escritores  y Artistas de Cuba, e anche la Yoruba con le varie espressioni religiose, poi la Asturiana, quella degli Arabi e quella dei Cinesi di Cuba. Poi il Coordinamento dei CDR (comitati di difesa della rivoluzione), naturalmente una rappresentanza dei Sindacati, alcuni consiglieri della provincia e, praticamente agli esordi, anche una rappresentanza dell’Associazione Lavoratori in Proprio.

E il Presidente USA dedico’ a questi ultimi uno dei due pezzi forti del suo discorso. E cioe’ ha offerto investimenti in abbondanza degli imprenditori statunitensi, se possono farlo nel privato. Investimenti con aziende statali, nisba!

L’altra parte fondamentale del discorso e’ stato quello iniziale incentrato sul superare le discordie passate per guardare al futuro. Insomma sintetizzando possiamo dirla con De Filippo: “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurddammoce u passato.”

Ed e’ soprattutto su questo che interviene Fidel, ricordando le migliaia di morti tra l’invasione della Baia dei porci le Bande Armate dei primi anni 60 e i vari attentati (nell’ultimo dei quali, aggiungo io, nel ’97 morì un giovane italiano Fabio Di Celmo,). Ricordando i 15 annni di Guerra in Angola per aiutare assieme alle altre due ex colonie Portoghesi Mozambico e Guinea Bissau a liberarsi dal colonialismo e Reagan e Israele rifornirono di 10 o 12 bombe nucleari il Sudafrica che voleva sostituire il Portogallo e quasi ci riusci perche’ arrivarono a pochi km da Luanda, la capitale angolana. Con la sconfitta del Sudafrica dei razzisti bianchi, prima che fossero in grado di usare le bombe nucleari, grazie all’intervento delle truppe cubane, non solo porto’ al potere la maggioranza nera in Sudafrica con Mandela ma si liberarono pure i territori di Namibia e Zimbabwe/Rhodesia, ora repubbliche indipendenti. E naturalmente molti furono i cubani morti.

Quindi Fidel chiede al Hermano Obama, cosi lo chiama, chi ci paga tutti questi danni che ci avete arrecato?

Mentre sulla proposta di investimenti sul privato la liquida con un “non necessitiamo che l’impero ci regali nulla!”. Perche’ naturalmente potenziare esageratamente il privato vorrebbe dire cambiar sistema economico-politico. (Che volpe quel Barack)

Poi lo coglie in castagna, quando Obama afferma che Cuba e USA sono ugualmente eredi di schiavi e schiavisti, “e le popolozioni native per Obama non sono esistite?” Chiede Fidel.

Jose Marti, fondatore della Nazione Cubana e’ conosciuto in tutto il continente per il suo testo “Nuestra America”, dove si dimostra che le popolazioni attuali del continente America sono figli di tre culture ormai mischiate: Europea, Africana, e quella delle popolazioni Native.

Hay hayhhay  Obama, che gaffe dimenticarti di Toro Seduto e di Hatuey il primo cubano che non si arrese mai ai “conquistadores” e per quello bruciato vivo.

Credo che il commento di Fidel sollevi varie perplessita’. Ad esempio: meglio Dimenticare per dar spazio al futuro o e’ meglio Ricordare per apprendere dall’avvenuto ed evitare il ripetersi del peggio?

Ho la sensazione, ma e’ solo una sensazione, che tra gli oltre 500 mila che hanno assistito al concerto dei Rolling Stones si propenda per la prima ipotesi ma si sa anche che la perdita di memoria arreca danni incalcolabili. Qui risulta alquanto aberrante il risorgere delle formazioni naziste nell’Est-Europa.

Comunque; che ognuno tragga le proprie conclusioni!

Giancarlo Guglielmi

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