Ravenna Jazz: Mina Agossi
Decima e conclusiva serata per il festival Ravenna Jazz 2015. E ancora una volta sarà nel segno della migliore vocalità black, con la cantante franco-africana Mina Agossi, che si esibirà lunedì 11 maggio al Teatro Socjale di Piangipane alle ore 21:30, in esclusiva italiana col suo quartetto “Fresh” (Romain Ross alla chitarra, Eric Jacot al basso acustico, Philippe Combelle alla batteria). Un cocktail inebriante e conturbante che pone Cole Porter e Jimi Hendrix lungo un unico arco voltaico.
Giungono a conclusione anche i concerti Aperitifs, con il solo “Jazz & Folk: viaggio per due tastiere” del fisarmonicista e tastierista Enrico Pelliconi (alla Pasticceria Ferrari, ore 18:30, ingresso gratuito).
La musica del quartetto di Mina Agossi è pura pulsazione emotiva, una specie di rete elastica sulla quale rimbalza la voce della cantante franco-africana. Autrice di canzoni che versano una buona dose di vetriolo sul jazz downtown newyorkese, la Agossi non si sottrae alla prova delle più note jazz songs, alle quali sa applicare i più inaspettati travestimenti: i groove più attuali si affiancano a pose cabarettistiche, mentre una sana vena di humour rende possibile il matrimonio tra underground e canzoni di Cole Porter. L’uso costantemente creativo delle scansioni metriche, come un caleidoscopio in cui le figure sonore glissano le une nelle altre, trasforma poi questa musica in un vero teatro del ritmo. Il suo passato da attrice trapela dal prorompente carisma col quale tiene la scena, dall’estasi con la quale si impossessa delle canzoni, dal piglio seducente con cui tiene in mano il pubblico: la sua voce è capace di trascolorare dalla perdizione di Marlene Dietrich all’innocenza di Judy Garland.
Nata in Francia nel 1972, Mina Agossi realizza il suo primo disco nel 1995, individuando da subito quella che sarà la sua cifra distintiva negli anni a venire: canzoni senza fiati né tastiere, con la voce in diretto e totale contatto con il ritmo. Da questo stile “voce, basso e batteria” decisamente unico scaturisce una musica ruvida e diretta, fatta di emozioni senza mediazione. Col primo album, Voice & Bass, riceve il premio per i giovani talenti assegnato dalla FNAC. Il secondo disco, Alkemi, è la scintilla che attira l’attenzione di Archie Shepp, che da allora si avvale della Agossi come vocalist per i suoi gruppi.
A partire dal 2004, prodotti dalla casa discografica inglese Candid, escono dischi che sono l’apoteosi del trio della Agossi: tra questi Who Wants Love? (2007), registrato dal vivo allo Jazz Standard di New York.
Dal 2010, col passaggio a un’altra prestigiosa etichetta discografica, la Naïve, la musica della Agossi si allarga oltre la dimensione del trio, lasciando spazio ai contributi di una serie di ospiti senza venire meno all’essenzialità del suo impatto sonoro. Frutto di questa nuova stagione sono album come Just Like a Lady, Red Eyes (con Archie Shepp) e il recentissimo Fresh.
Al confine tra jazz e musiche popolari, spaziando dal valzer musette al tango argentino, alla bossa nova: il pianista Enrico Pelliconi, imolese, classe 1981, promette un variegato menù musicale, sulla scia del suo disco Mai troppo piano, con le sue composizioni originali, alle quali si aggiungeranno noti standard e un pizzico di folk.
Pianista, tastierista, cantante e anche fisarmonicista, Pelliconi ha prestato a lungo servizio nelle orchestre romagnole di liscio, oltre a prendere parte a varie cover band. Dopo aver raggiunto una notevole professionalità, inizia ad approfondire anche il linguaggio jazz, studiando al Conservatorio di Ferrara e perfezionandosi con Michele Francesconi. Prende a esibirsi in ambito jazz come pianista per poi trasportare dentro questo genere anche le sue doti di fisarmonicista.
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