LATIN JAZZ con  FLAMENCO: Daniel García Trio

Bellissimo omaggio ai grandi precursori del jazz flamenco e una nuova via al latin jazz quello che abbiamo ascoltato a Correggio Jazz 2024 con “La Via de la Plata” dal trio del pianista spagnolo Daniel García completato da due musicisti cubani (entrambi di Santa Clara): il contrabbassista Reinier Elizarde “El Negron” e il batterista Michael Olivera.

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Venezuela ai ferri corti

7. giugno 2016 – 22:57No Comment
Venezuela ai ferri corti

Giancarlo Guglielmi, emiliano, residente da tempo all’Avana, ci invia un pezzo sulla difficile realtà venezuelana vista da Cuba.

Mi sono arrivate varie richieste di raccontare quel che si dice a Cuba sulla situazione in Venezuela.

Ebbene la prima cosa che si dice e’ che la Repubblica Bolivariana di Venezuela (questo e’ il nome esatto, definito dalla Costituzione proposta da Chavez e approvata da un referendum con quasi il 70% dei suffragi) e’ sotto attacco oligarchico – imperialista. E’ uscito nei giorni scorsi un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri cubano la cui sintesi e’ proprio questa.

Forse dovrei ricordare ai lettori che il Venezuela, prima di Chavez era completamente in mano, come quasi tutti i Paesi latinoamericani, a poche famiglie e ad alcune multinazionali USA. C’erano pure alcuni italiani che avevano messo su la fabbrichetta, soprattutto di scarpe, che se ne sono venuti via inveiendo contro Chavez perche’ li aveva obbligati a pagare le tasse. La ristretta oligarchia padrona di tutto non gli interessava pochi spiccioli.

Ma per comprendere meglio lo stato delle cose vi riporto stralci di una conversazione tra Noam Chomski, docente universitario USA e Tarik Ali, docente universitario Britannico, mandata in onda dal canale televisivo internazionale Telesur.

Affermavano che viviamo nell’epoca delle Guerre di Quarta Generazione, che vengono scatenate in ogni luogo dove il Governo non permette il libero arbitrio del Capitale.

Sono caratterizzate:

a) da enormi investimenti di risorse nel mediatico, nella sua totalita’, anche on line e le reti sociali;

b) da un altrettanto dispiegamento di risorse per la instabilità delle istituzioni governative e statali;

c) dal non essere dichiarate da governi, come le guerre convenzionali, anzi dal non essere proprio dichiarate, ma scatenate e mascherate da altro.

Nel mediatico si realizzano stravolgimenti completi della realta’ fino a far passare delle eclatanti “bufale” in verita’ assolute. Esempio, quanti giornali hanno sostenuto che quella di Chavez e di Nicolas Maduro attuale Presidente, era una dittatura, che non c’era democrazia ecc.  Poi succede che alle ultime elezioni parlamentari, non si sa come mai, ha vinto la destra. E allora come ha fatto a vincere se non c’era democrazia? Qualcuno di questi giornali per caso a chiesto scusa di aver raccontato panzane?

Sulla instabilita’, dato che i “golpe” sono falliti, sia contro Chavez, che contro Correa (Ecuador), che contro Morales (Bolivia), si passa a finanziare tutto cio’ che puo’ rendere instabile quel Governo progressista. Ultimo in ordine di tempo il Brasile, dove l’oligarchia che controlla la Petrobras, la potente compagnia degli idrocarburi, ha prima corrotto un quantità di parlamentari e poi gli ha chiesto di operare per ottenere “l’impeachment” della Presidente Rousseff, dato che cosi bloccavano pure l’inchiesta per corruzione. Ma se il sistema soft non e’ possibile si passa a finanziare gruppi paramilitari o semplicemente la delinquenza comune, come in Venezuela nel 2014, dove dilago’ una serie di vandalismi per le strade comprese sparatorie che lasciarono sul terreno 43 morti. Inoltre, ultimamente sempre in Venezuela,  e’ avvenuto l’accapparamento di prodotti alimentari lasciando vuote le rivendite. Oppure, ad esempio, l’azienda distributrice delle uova ha sospeso l’attivita’ e tonnellate di uova sono andate a male, mentre in citta’ non riescono piu’ a mangiare uova.

E se nemmeno questo dà risultati , allora si passa alla creazione di gruppi guerriglieri mascherati da opposizione o da sette religiose, vedi Siria.

A parte Cuba, Cina, e pochi altri Paesi, dove i sistemi ormai consolidati non permettono questo tipi di interventi, in ogni altro luogo dove i potentati economici mondiali non possono depredare a piacimento, perche’ i governi progressisti democraticamente eletti non lo permettono, sorgono le “guerre di quarta generazione”.

Venezuela era stato il primo Paese, di questo emisfero, a rendersi conto che il neoliberismo portava a sempre maggior poverta’ ed era stato seguito da molti. Ormai erano rimasti in pochi ad accettare il libero arbitrio del Capitale, che in un primo momento dà si prosperita’ con gli investimenti delle multinazionali, ma solo in un primo momento, perche’ alla lunga, dato che i profitti non restando in loco, vanno a far prosperare i luoghi di origine dei potentati economici. Da qui l’allargarsi della forbice tra primo e terzo mondo; poi e’arrivata la controffensiva riportando prima in Argentina e adesso anche in Brasile dei governi neoliberisti.

Il Governo della repubblica Bolivariana di Venezuela ha avviato la costituzione di aziende produttrici e distributrici statali, sull’esempio cubano, ma nello stesso tempo si trova in ristrettezze dato il calo del prezzo del petrolio. E siccome e’ una repubblica Presidenziale, proprio uguale agli USA, spetta al Presidente governare, non al Parlamento. Pertanto le elezioni presidenziali ci saranno solo nel 2018 e  le forze oligarchiche e imperialistiche non possono aspettare altri 2 anni e quindi proveranno in tutti i modi di far fuori Maduro,  la fine toccata a Zelaya in Honduras, a Lugo in Paraguay, a Dilma Rousseff in Brasile.

Quindi non chiedetemi come andra’ a finire perche’ non ve lo saprei proprio dire…

Così van le cose…..

Giancarlo Guglielmi (L’Avana)

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