CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

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Rossella Cappadone 4et su Nat and Nat

8. agosto 2020 – 18:12No Comment
Rossella Cappadone 4et su Nat and Nat

La sapiente tastiera di Stefano Calzolari propone un tema, il contrabbasso di Mark Abrahms prontamente risponde e la batteria swingante di Marco Frattini disegna un morbidissimo groove su cui pochi istanti dopo la suggestiva voce di Rossella Cappadone prenderà il comando della scena per cantare e raccontare in settanta densi minuti il progetto Nat and Nat.

Questo in estrema sintesi la bellissima e raffinata performance di Rossella Cappadone Quartet,  venerdì 7 agosto 2020,  con il dolcissimo doppio tributo in chiave jazzistica a Natalie e Nat King Cole nella splendida cornice del Chiostro del Castello di Bentivoglio. Concerto del Reno Road Jazz, efficace rassegna itinerante tra i comuni della pianura bolognese diretta al trombonista Sandro Comini. La giovane vocalist italiana ha confermato di possedere non solo ottimo talento tecnico-musicale ma anche sobrie e precise doti per narrare al grande pubblico pagine importanti della musica afroamericana, tra cui quella di Nat King Cole, pianista, cantante e super vedette internazionale in voga negli anni Cinquanta/Sessanta del secolo scorso.

Rossella ha mostrato di essere molto attenta alla cura di particolari che diventano vera sostanza nello spettacolo, così da attirare l’attenzione della gente comune che assiste divertita pur non avendo esperienze specifiche verso il jazz o la jazz song, oppure sul repertorio dei Cole (padre e figlia) o di Duke Ellington (Caravan). E tantomeno dei Jazz Messengers di Art Blakey fatti rivivere con Moanin’ (di Bobby Timmons), il brano-bis trasformato in  una piccola jam session con dialoghi serrati dei musicisti del trio (molto coeso per tutta la serata) e  sull’energico, swingante e velocissimo gioco improvvisativo di botta e risposta tra le belle fantasie vocali di Rossella, in grandissima vena, e il navigatissimo trombone jazz di Sandro Comini, per qualche minuto anche special guest del concerto. Improvvisazioni e giochi, diciamolo, che possono regalarci solo jazzisti di vaglia e di notevole esperienza. E di questo patrimonio esperienziale è ricca anche la giovane Cappadone, figlia d’arte, ma cresciuta a pane e musica jazz con severi studi. E così, su Moanin’ e altre citazioni, è calato il sipario (si fa per dire) di Nat and Nat, in un’atmosfera quasi magica, al chiaro di luna.

(Gian Franco Grilli)

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