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ARTURO SANDOVAL: tributo a Dizzy Gillespie

24. giugno 2012 – 13:38No Comment
ARTURO SANDOVAL: tributo a Dizzy Gillespie

Il trombettista cubano Arturo Sandoval presenta il suo nuovo album intitolato “Dear Diz, Every Day I Think of You”. Pubblicato dall’etichetta Concord Jazz (distr. Egea), l’album rappresenta un ottimo tributo a Dizzy Gillespie, mentore e amico di Sandoval ma anche il primo sdoganatore  statunitense della musica cubana nel mondo.Il comunicato che accompagna il Cd recita “…che (Gillespie) ha letteralmente salvato lui (Sandoval) e la sua famiglia dando loro la possibilità di una vita completamente nuova e migliore”. E’ un’affermazione vera solo in parte e, poiché continuano a girare leggende sul trombettista cubano, vi invito ad approfondire la vicenda di Sandoval, che a Cuba non era trattato malissimo come si vuol far credere, una vittima duramente repressa e finito in galera per colpa del jazz.  Che Cuba non gradisse affatto la cultura musicale dell’imperialismo (rock, jazz ecc.) è vero, ma di qui a dire che soltanto intonando note di jazz finivi in gattabuia, behhh….cerchiamo di essere più prudenti o almeno documentiamoci un po’ di più. Intendiamoci, qui non voglio fare l’avvocato difensore di Cuba perché riconosco gli errori e le chiusure mentali del regime verso l’Occidente e verso chi non è fedele alla linea. Tuttavia, tornando a Sandoval, chiedetelo a suoi ex-colleghi cubani se le sue condizioni erano così precarie come si vuole far credere. Non mi sembrava tanto ai margini quando  da cicerone a Dizzy all’Avana lo accompagnava dentro le istituzioni culturali e infine dal presidente Fidel. Tutto questo è visibile nel dvd di Dizzy a Cuba. Comunque  vi suggerisco anche l’intervista rilasciata dal musicista di Artemisa a Musica Jazz (Speciale Latin, settembre 2010) e non per autopromozione ma per saperne di più sull’uomo Sandoval. Questo per dovere di cronaca, poiché mentre Egea dice cose equilibrate, sulla rete ho letto un paio di recensioni dove il critico di turno insiste nel dipingere Arturito (come lo chiamavano a Cuba) come una sorta di martire. Allora per non farla troppo lunga,  accantoniamo un attimo la diaspora cubana, le dispute su democrazia, comunismo, dittatura, castrismo o capitalismo  e concentriamoci sull’arte espressa da questo eccellente trombettista e polistrumentista (piano, timbales, claves , guiro). Dear Diz è un lavoro superlativo che rilegge pagine del repertorio legato alle vicende del bebop e del cubop. Infatti fanno capolino qua e là tracce del modo rivoluzionario (negli anni ’40 lo era) di Chano Pozo di incrociare il ritmo afrocubano della sua tumbadora al fraseggio jazz di Dizzy. Di lì in poi il jazz afroamericano ha cambiato pelle, per sempre.

Il disco. La recensione di Egea fotografa bene il progetto e quindi per non stare a menarvela troppo vi trasferisco il testo di presentazione che condivido: ” L’album propone una serie di classici tratti dal repertorio di Gillespie, eseguiti da una straordinaria big-band. Ad affiancare Sandoval troviamo infatti una schiera di straordinari musicisti come il vibrafonista Gary Burton, il sassofonista Bob Mintzer, l’organista Joey De Francesco, il clarinettista Eddie Daniels, il batterista Gregg Field e molti altri. Il disco si apre con la voce dello stesso Gillespie, che presenta un giovane Arturo Sandoval come “uno dei nuovi grandi maestri della tromba” durante una performance dal vivo degli anni Ottanta. Segue il brano di apertura, ovvero una rivisitazione del classico “Be Bop”, arrangiato dal recente vincitore del Grammy Gordon Goodwin (che firma anche l’arrangiamento di “Salt Peanuts!”). Il brano “Birks Works” viene ribattezzato qui “a la Mancini”, in quanto vede la partecipazione del sassofonista Plas Johnson, noto per aver registrato l’iconico tema della Pantera Rosa scritto da Henry Mancini quasi 50 anni fa. L’esotico (meglio dire: l’afrocubano . NdA) e appassionato “Tin Tin Deo” vede invece la partecipazione del cantante Manolo Gimenez e dell’ attore Andy Garcia nelle vesti di percussionista. L’album si chiude con “Every Day I Think of You”, una struggente ballad di Sandoval che funge da conclusione ideale di questo sentito omaggio. Al centro di questo album c’è in particolare il bebop, la musica che Gillespie ha esplorato e perfezionato nel corso di tutta la sua vita. «Quando si tratta di bebop, o lo sai fare o no» spiega Sandoval «Non c’è via di mezzo. Se vuoi diventare un buon musicista bebop, devi davvero essere un musicista di grande abilità, con una buona formazione e un grande controllo del tuo strumento. Questo è ciò che Dizzy era. Non era solo un trombettista. Era un innovatore e un creatore. Quel senso di innovazione e creatività che animava ogni sua nota è ciò che ispira questo disco e tutti coloro che vi suonano».

Vi proponiamo, inoltre, il video promozionale del cd di Sandoval. Che purtroppo parla solo in inglese, come a voler rimuovere la sua lingua madre e sposare la sua nuova patria, idioma compreso. Noi tifiamo per difendere sempre le proprie origini, l’identità linguistica e culturale, e non vogliamo piegarci al mercato o ai “potenti”. Ma ognuno è libero di fare quello a cui crede, e noi di criticarlo o meno. Ma, intendiamoci, questa oramai è un’onda lunga partita ben prima dell’arrivo di Arturo Sandoval.

testo e foto: Grilli G.F.

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