JAZZ, BJF 2024: 21 ottobre-17 novembre, tra Bologna, Ferrara e Forlì

Pat Metheny sarà la principale star del Bologna Jazz Festival 2024, che annovera in questa edizione nei grandi teatri cittadini altri protagonisti di massimo rilievo come Mulatu Astatke, Cécile McLorin Salvant e McCoy Legends. Ma nei jazz club ci sarà una programmazione che, a nostro avviso, restituirà un’immagine più significativa, variegata e completa dei del jazz multicolore oggi.

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Dischi: Anamnesi e Inside Time

8. maggio 2013 – 15:30No Comment
Dischi: Anamnesi e Inside Time

La rubrica dedicata alle novità discografiche oggi punta i riflettori su musiche suonate in Trio. Sono due importanti e interessanti album pubblicati dall’etichetta Alfa Music (distr. Egea): il primo è di Raffaele Genovese (Anamnesi), il secondo di  Mauro De Federicis (Inside Time).

Con il nuovo progetto Anamnesi (Alfa Music), il pianista e compositore Raffaele Genovese “conclude il percorso di formazione e apre il periodo della maturità. Il trio che presenta (Marco Vaggi, basso e Tony Arco, batteria) ha le caratteristiche della mobilità, del dinamismo interno, con il basso che, ancor più del pianoforte, crea i collegamenti e la regia, mentre il piano e la batteria si muovono in completa sintonia (e a volte anche sincronia), con un gioco di rimandi continui da cui si origina un interplay creativo che rappresenta il vero cuore della musica”. Queste parole tratte dalla bellissima presentazione di Maurizio Franco fotografano in modo perfetto lo spirito, l’estetica e la performance alla base di Anamnesi, 12 composizioni, tutte scritte dal leader, e che il musicologo Franco, come pochi altri sanno fare, ci accompagna ad ascoltarle con un orecchio intelligente e critico.

“Scorrendo il catalogo musicale si passa dall’evocativo brano d’apertura, elegiaco e fondato sulla ripetizione di cellule melodiche, al contenuto crescendo e alle inflessioni bluesy di 05.04 A.M., alle linee sottilmente latin di No Way Out, sino alle progressioni del pezzo successivo, che forse chiude idealmente un arco compositivo. Con Memento riaffiora il tempo lento, la logica della ballad dai toni soffusi che sfociano nelle catene di accordi di Pedro e poi nel secco, chiaro e vagamente pop Seabed, chiusura ideale di un’altra ipotetica microsuite, stavolta tripartita. Il piano solo de Il domatore dei venti è tinto dei colori di Debussy, prologo al quasi spanish Soft Light, dal crescendo e diminuendo tensionale che anticipa, nel suo respiro interno, il dialogo tra il ritmo di marcia della batteria e la linea del piano nella dedica a Scriabin, per concludersi poi, in maniera lirica, nel pezzo conclusivo. Un album meditato e sorretto da un’energia interiore che come un fiume carsico sparisce e riappare tra le pieghe della musica”. Non ci resta che comprarlo e ascoltarlo con queste tracce guida.

Dalla medesima etichetta Alfa Music arriva, freschissimo di stampa, Inside Time del trio di Mauro De Federicis, chitarra, completato da Gabriele Pesaresi, double bass e Fabio Colella, drums. Special guest: Max Ionata, sassofonista di grande talento, che svetta su tutti con la maestosa voce del suo tenore nel primo brano del cd, la title-track Inside Time. Diciamolo subito: questo è un ottimo quartetto e il jazz che si ascolta è di altissima levatura e piacevole. Il nostro ascolto però è cominciato dalla traccia 4, Samba Pa ti, il famosissimo pezzo di Santana qui interpretato in chiave acustica e in trio. Che dire: soltanto la poetica e originale versione della composizione del chicano Carlos Santana merita l’acquisto dell’album. So di essere criticato da alcuni per la mia partigianeria, ma qui siamo in presenza di qualcosa di veramente speciale, di una miscela di sonorità davvero unica.

L’album sembra stato pensato proprio per far emozionare: l’interpretazione  di Embraceable You è semplicemente strepitosa e ci riporta come un lampo ai momenti migliori dei grandi Maestri del sax, mi vengono in mente Lester Young, Ben Webster, Coleman Hawkins o Stan Getz. Non so se Ionata gradirà questo accostamento, poiché a molti musicisti non piace mai essere comparati ad altri, ma  francamente credo che di fronte ai Giganti sia legittimo anche per noi (in questo caso chi scrive) liberare ogni tanto le emozioni e qualche debolezza quando di fronte si hanno melodie trattate in modo magistrale, come nel caso di Ionata e del leader del trio De Federicis che gli offre un ricco tappeto armonico. E proprio Fabio Ciminiera ci ricorda nelle note di copertina (condivisibilissime) che “Il punto di partenza è la chitarra: elettrica, acustica, carica o meno di effetti; alla guida del trio o spina dorsale del quartetto; solista o impegnata a sostenere le evoluzioni degli altri strumenti. Mauro De Federicis scorre la linea temporale delle tradizioni e della storia del jazz per mezzo di salti, anche netti, nelle varie direzioni… Il dialogo con le eredità del jazz, la voglia di porre i propri passi nelle orme di chi ha reso immortale questa musica, si ritrova anche nelle evoluzioni di alcuni temi celebri verso una riscrittura, come accadeva nella migliore pratica dei boppers…”. Un cd che merita di essere ascoltato anche da coloro che non hanno grandi conoscenze  del jazz. Questo è un buon ponte sonoro per avvicinarli.

G.F. Grilli

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