CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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ECUADOR, LENIN VINCE ANCORA

6. aprile 2017 – 23:46No Comment
ECUADOR, LENIN VINCE ANCORA

“Lenin vince ancora, ma naturalmente non Ilich Ulianov bensì Lenin Moreno. Gia’ vicepresidente con Rafael Correa, gia’ delegato speciale per i problemi degli invalidi per le Nazioni Unite, nominato da Ban Ky Moon, ha vinto il ballottaggio delle elezioni in Ecuador”. Il pezzo ci è pervenuto da Giancarlo Guglielmi residente all’Avana che pubblichiamo per dare spazio alle libere opinioni.

Avra’ influito il nome? Lenin Moreno ha 63 anni ed e’ laureato in amministrazione pubblica presso l’Universita’ Centrale di Ecuador e ha perso l’uso delle gambe nel 1998 per aver ricevuto uno sparo alla spina dorsale mentre si difendeva da un assalto di ladri di strada e quindi deve muoversi con una sedia a rotelle. Cofondatore con Correa del raggruppamento poltico “Alianza Pais” con la Revolucion Ciudadana (a Rivoluzione dei Cittadini) come programma.

Sta festeggiando tutto il Continente, dopo che la destra aveva vinto in Argentina e in Brasile, avesse vinto anche in Ecuador sarebbe stata una battuta d’arresto per per la “Patria Grande” come chiamano l’integrazione regionale, parafrasando Simon Bolivar. Cosi come ormai tutti usano il termine coniato da Jose’ Marti’ “Nuestra America”, per sottolineare che il Continente deve essere dei Popoli e non dei potentati economico-militari. Quel semplice “Nostra” sta per antimperialista. Il principale antagonista Guillermo Lasso un banchiere multimilionario, con conti astronomici nei paradisi fiscali come si e’ scoperto dalle cosidette “Carte di Panama”

Correa aveva vinto facile dopo che i governi precedenti avevano portato il Paese alla rovina, nessuno dei Presidenti eletti, finiva piu’ la legislatura, appena insediati cominciavano a rubare a man bassa e poi si dimettevano, privandolo perfino di una moneta propria. Tuttora in Equador l’unica moneta in corso e’ il usd, e cioe’ il dollaro statunitense. Quindi si puo’ capire come sia sentita la questione della sovranita’ nazionale. Rafael Correa ha completato due legislature e, avendo copiato la Costituzione degli Usa, come quasi tutti i Paesi del Continente, non poteva piu’ presentarsi, ma nei 10 anni di suo governo ha risollevato l’Ecuador, pur col crollo dei prezzi del petrolio e un disastroso terremoto.

Dai dati Onu possiamo leggere che ha ridotto la poverta’ estrema dal 52% della popolazione al 22%, ha ridotto l’analfabetismo dal 40% sotto al 10% e ha dato assistenza sanitaria al 90% della popolazione. Naturalmente con l’aiuto di alcune centinaia di maestri e medici cubani.

E quando comincio’ ad attuare il programma della Revolucion Ciudadana anche a lui come a Chavez tentarono il Colpo di Stato. Fu di breve durata, alcune ore, poi i militari fedeli alla Costituzione lo liberarono. Lenin Moreno col vicepresidente Jorge Glas, ne rappresentano la continuita’.

I festeggiamenti sono iniziati cantando tutti insieme, i Presidenti e la popolazione in piazza, (pare siano tutti cantanti da quelle parti) quella canzone degli Inti Illimani “El pueblo unido jamas sera’ vencido” (Il popolo unito giammai sara’ vinto) per poi al culmine della festa intonare “Hasta sempre comandante Che Guevara”. Rafael Correa, economista, uno dei rari di di sinistra, fu tra i pochi, invitati a prendere la parola, ai funerali di Fidel.

Anche Cuba credo abbia tirato un sospiro di sollievo, con la vittoria di Moreno, dato che Ecuador fa parte del blocco economico-politico piu’ solido della regione, fondato da Chavez assieme a Fidel, ALBA-TCP, (Alleanza Bolivariana delle Americhe – Trattato Commerciale dei Popoli) dal quale quasi sicuramente il governo di destra si sarebbe ritirato. Dico quasi sicuramente perche’ Lasso aveva annunciato l’abbandono della UNASUR, blocco economico finanziario dei Paesi del sudamerica, quindi con dentro anche i governi di destra di Argentina e Brasile, senza mai menzionare l’ALBA-TCP. Ma di Cuba, stranamente nessuno dei governi di destra dice piu’ alcunche’. Un po di anni fa ne dicevano da forca e da galera e ora niente. Forse pensano ancora alla dichiarazione di Chavez dopo la prima vittoria elettorale nel 99, che disse: “i miei nemici hanno trasmesso un infinita’ di volte sulle loro reti televisive il mio primo abbraccio con Fidel nel 94 pensando di togliermi dei voti, invece me ne hanno aggiunti”.

Adesso aspettiamo i prossimi assalti della destra oligarchica che diversamente dalla sinistra che quando ha perso se ne e’ stata zitta, non si arrende mai, come sta avvenendo in Venezuela.

Come disse il Che nel celebre discorso alle Nazioni Unite: “Americalatina he hechado andar….” adesso potremmo dire che ha ripreso la marcia per il progresso proprio e del mondo.

Cosi le cose da queste parti, e che ogn’uno tragga le sue proprie conclusioni.

Giancarlo Guglielmi

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