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BRASILE/ Le radici della cultura in mostra a Bologna

27. marzo 2014 – 18:33No Comment
BRASILE/ Le radici della cultura in mostra a Bologna

Per una ventina di giorni Bologna incontra il Brasile. Dove? Alla mostra “Le radici del Brasile: Africani e Indigeni” che resterà aperta sino al 18 aprile 2014 (orari/ lun-giov: ore 10-18.30)  presso la Biblioteca “Amilcar Cabral” (via San Mamolo, 24 – Bologna). L’esposizione è a cura del Centro Cabral, della Cooperativa Culturale Giannino Stoppani e di Pallas Editora.

Erano soprattutto amici del Brasile (e tra questi, anche cultori dell’argomento come il prof. Roberto Vecchi e Mauro Cicchetti, esperto e divulgatore di cultura brasiliana,  ideatore e organizzatore del Festival Brasiliano) coloro che hanno partecipato al “vernissage-brindisi” presso il Centro Cabral per la mostra “Le radici del Brasile“. Un’altra bella iniziativa – che ha fatto seguito all’impagabile musica regalataci lunedì sera ai Laboratori delle Arti/Auditorium, Bologna, dal trio di corde diretto dal compositore Sebastião Tapajós – promossa in occasione della Fiera del Libro per ragazzi di Bologna, dove il grande Paese sudamericano è stato ospite d’onore della kermesse bolognese, che, va ricordato, è la più importante nel mondo in questo specifico settore editoriale.

Mostra. Alla Mostra, che rimarrà aperta sino al 18 aprile, potrete vedere numerose illustrazioni, poster, una bella selezione di libri  per ragazzi, un insieme che crea un forte impatto sia per la vivacità dei colori sia per la modernissima e brillante grafica che caratterizza e plasma tutti i progetti editoriali esposti nello spazio del Centro Cabral. Le pubblicazioni e i manifesti sono stati elaborati pensando agli aspetti più importanti delle due principali culture, quei pilastri che integrandosi via via hanno poi dato corpo alla nuova cultura brasiliana, in modo del tutto naturale e su più fronti: nei cibi tradizionali, nei ritmi, nelle danze, nell’arte, nella religione.  E anche nelle parole: infatti, il portoghese brasiliano è una lingua molto ricca, è piena di parole Tupi (indie) e Bantu (africane).

La mostra ci aiuta a scoprire con gli occhi dei ragazzi (quindi innocenti) l’importanza di quelle radici, la complessità di quel metissage, i prodotti della terra, i sincretismi religiosi che si sono realizzati nel corso dei secoli dalla fusione tra elementi cattolici, animisti e indigeni, gli strumenti musicali impiegati nelle espressioni folkloriche di questo grandissimo Paese, che è un piccolo continente.  Il tutto però, lo ripetiamo, mette l’accento in particolar modo sull’apporto delle due principali fonti culturali di origine confluite nella cultura del Brasile contemporaneo: quella degli Indigeni (indios), che originariamente vivevano nelle regioni colonizzate dai Portoghesi, e quella degli Africani, trascinati in Brasile (e nelle Americhe) come schiavi durante il lungo periodo della colonizzazione. Consigliamo caldamente di visitare questa simpatica Mostra, che è una sorta di piccolo viaggio dentro la cultura brasiliana. E per chi non ha ancora avuto la fortuna di visitare Rio de Janeiro, San Paolo, Bahia, Recife eccetera… questo è un primo ed educativo approccio per conoscere un po’ di Brasile. Poi con qualche buona guida e testi di approfondimento mirati si può cominciare a progettare il grande viaggio oltreoceano alla scoperta della patria del samba, choro, bossanova, frevo, maracatu, e di tanto altro.(Gfg)

Info sulla mostra: Centro Amilcar Cabral

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