CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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GONZALO RUBALCABA & VOLCÁN, gallery Ferrara

28. novembre 2015 – 01:072 Comments
GONZALO RUBALCABA & VOLCÁN, gallery Ferrara

Un concerto formidabile che il Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara potrà annoverare tra quelli più insoliti come genere e tra i più riusciti negli ultimi anni della sua programmazione. Merito del pianista cubano Gonzalo Rubalcaba e del suo vertiginoso gruppo Volcán formato da pezzi da novanta come il batterista Horacio El Negro Hernandez, il percussionista Giovanni Hidalgo e il bassista Armando Gola, che si sono esibiti giovedì 26 novembre 2015 nell’ambito del Bologna Jazz Festival.

E’ stata una sorpresa anche per chi scrive ascoltare un progetto latin che è andato oltre a quanto già conosciuto attraverso l’album Volcàn di questo quartetto diretto da Gonzalo Rubalcaba, uno dei grandi maestri del pianismo jazz afrocaraibico, e non solo. Le musiche e i ritmi proposti da questi quattro fenomenali strumentisti hanno rispettato tutti i canoni autentici dell’afrocuban jazz nelle sue varie declinazioni. Horacio El Negro, sorretto dalle sue molteplici figurazioni di clave (son, rumba, afro),  ha dovuto svolgere un importantissimo ruolo di cerniera e di stimolo per l’insieme del gruppo, poichè sono venuti a mancare i  colori e i timbri basilari delle congas di Giovanni Hidalgo, il quale a causa di alcune ferite alle dita della mano destra ha dovuto ritmare in maniera poco ortodossa sulle pelli e sui fusti dei sei tamburi con un paio di grosse bacchette, con le evidenti perdite sonore, e di groove, che potete ben immaginare.  Nonostante questa forte limitazione, il percorso musicale che Gonzalo ha saputo imbastire, partendo dalla tradizione (danzon, son) per infilarsi via via dentro il linguaggio più moderno del jazz, è stato tra i più entusiasmanti ascoltati dai suoi 88 tasti negli ultimi tempi. Davvero in splendida forma, il buon Rubalcaba,  e anche di ottimo umore e molto soddisfatto di Volcàn, come abbiamo potuto notare al termine dello spettacolo. Evidentemente, aver ritrovato un vecchio compagno come El Negro (dopo 20 anni di ‘separazione’) e per di più affiancato da un mostro come Hidalgo e da un granitico bassista come Gola, gli ha ridato grande energia, vitalità e voglia di rileggere pagine musicali più vicine allo spirito del mitico Grupo Proyecto. Ma senza dimenticare la tradizione danzonera del nonno Jacobo (El Cadete Constitucional) o il son intonando il canto del sempreverde El Manisero per poi rielaborarlo in chiave funky jazz. Bellissima serata, che ha chiuso in chiave afrolatin il Bologna Jazz Festival. (GFG)

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