LATIN JAZZ con  FLAMENCO: Daniel García Trio

Bellissimo omaggio ai grandi precursori del jazz flamenco e una nuova via al latin jazz quello che abbiamo ascoltato a Correggio Jazz 2024 con “La Via de la Plata” dal trio del pianista spagnolo Daniel García completato da due musicisti cubani (entrambi di Santa Clara): il contrabbassista Reinier Elizarde “El Negron” e il batterista Michael Olivera.

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GFS trio in trionfo al Galli di Rimini

27. marzo 2019 – 12:39No Comment
GFS trio in trionfo al Galli di Rimini

RIMINI, 26 marzo 2019: GFS trio= Trilok Gurtu/Paolo Fresu/Omar Sosa, in trionfo nel magnifico Teatro Galli. Un concerto “spettacolare” per musica, scenografia, luci e momenti teatrali quello offerto da questi tre stupefacenti strumentisti al foltissimo pubblico intervenuto all’appuntamento di Crossroads.

Niente (o poco) di nuovo rispetto al progetto che gira oramai da circa dieci anni. Come sempre, il rituale di Sosa che entra in scena con una candela accesa, simbolo della benedizione di Elegguà, divinità del sincretismo religioso della Santería cui è devoto. Poi inizia a scorrere la proposta musicale del trio con accenni di  Angustiado (che poi viene richiamato più volte durante la serata), il trascinante cavallo di battaglia di Sosa su cui ruota ed è il vertice di gran parte del progetto di GFS, che come si diceva poc’anzi  non presenta novità eclatanti, ma alcuni ritocchini che lo rinnovano quel tanto da catturare magicamente gli spettatori. I ritocchini arrivano soprattutto da figure strabordanti come Sosa (che spesso gigioneggia accennando passi di rumba) e Gurtu attraverso una loro convincente “controversia” (duello) ritmico-vocale mixando in forma di scat cellule dei linguaggi percussivi di congas-batà e tablas, mentre Fresu fa da cerniera al tutto incastrando note lunghe e colorate di tromba e flicorno e scansioni ritmiche estemporanee. Jazz Jazz? Pochino. Fusion e world music? Moltissima. Clave e tumbao cubani? Sfumatissimi, e quando fanno capolino li trovi infilati dentro un ostinato di son jarocho messicano e rumba congolese che calienta energicamente la platea.

E sulla percezione da parte dei fan di un certo distacco dalle sonorità di Cuba il simpaticissimo Omar Sosa senza indugi ci tiene a chiarire che “la clave è sempre la colonna vertebrale di ogni melodia o ritmo che suono, e nonostante non vengano percepiti dalle orecchie di tutti. Io dico, e ne abbiamo già parlato con te altre volte, che non è necessario disegnare un tumbao tipico per vedere se Cuba c’è o non c’è tra i miei tasti, perché noi siamo tutti figli di Madre Africa e il tumbao (o montuno) è una piccola espressione del vasto patrimonio, magico, che viene dalla musica Africana”. Questa formazione, che non si riuniva da circa un anno, incomincerà a breve delle registrazioni per un nuovo disco.

(gfg)

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