LATIN JAZZ con  FLAMENCO: Daniel García Trio

Bellissimo omaggio ai grandi precursori del jazz flamenco e una nuova via al latin jazz quello che abbiamo ascoltato a Correggio Jazz 2024 con “La Via de la Plata” dal trio del pianista spagnolo Daniel García completato da due musicisti cubani (entrambi di Santa Clara): il contrabbassista Reinier Elizarde “El Negron” e il batterista Michael Olivera.

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CD: Blue Moon, Alma, Strictly Romancin’, Córdoba, Montevideo, Barranquilla e States tra jazz, afro-latin e worldmusic

17. febbraio 2012 – 01:20No Comment
CD: Blue Moon, Alma, Strictly Romancin’, Córdoba, Montevideo, Barranquilla e States tra jazz, afro-latin e worldmusic

Novità Cd, febbraio 2012: Ahmad Jamal, Blue Moon (Jazzbook Records – distr. Ducale);  Paolo Fresu & Omar Sosa, Alma  (Tuk Music); Catherine Russell, Strictly Romancin’ ( World Village – Distr. Ducale)

Tre album freschissimi che stanno per entrare sul mercato. Da un primo e rapido ascolto risultano essere lavori di grandissimo spessore. Il primo è del fantastico pianista Ahmad Jamal, Blue Moon (Jazzbook Records – distr. Ducale) che per l’occasione ha imbarcato il percussionista Manolo Badrena. Ritmiche e sonorità azzeccate. Per capire meglio  dai un’occhiata al video su Youtube. Alma (Tuk Music) esprime allo stesso tempo l’anima ritmica latina e quella universale: il lavoro è firmato dal principe della tromba Paolo Fresu e dal poliedrico pianista tastierista cubano Omar Sosa, con ospite il colossale violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum. Energico e spirituale, piacevolissimo.

Il terzo cd è della bravissima cantante di jazz e blues Catherine Russell, ancora poco nota dalle nostre parti ma dotata di una voce strepitosa, tra le cui corde vocali riecheggiano le grandi vocalist afroamericane del Novecento. Il titolo dell’album è Strictly Romancin’ ( World Village – Distr. Ducale). Da comprare ad occhi chiusi tutti e tre. Aggiornamento 19 febbraio 2012.

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Tre album per un giro musicale  intorno al mondo: dall’Argentina all’Uruguay, dall’Italia agli Stati Uniti. Questi i titoli: Córdoba Reunion, Sin Lugar a dudas (Abeat Records); Beatriz Aguiar, Nomade (Felmay) e Filippo Cosentino, Lanes (Green Production).

Córdoba Reunion, Sin Lugar a dudas (Abeat records)

Alla fine dell’ultima nota di Huayno en 5 che chiude il Cd ti rendi conto che il nome dell’album, Sin Lugar a Dudas, calza a pennello per suggerirti che dei dubbi proprio non te ne rimangono rispetto a questo progetto. Poiché hai di fronte uno dei dischi più belli usciti nel 2011 e quattro musicisti argentini di grande spessore, tutti nativi della città argentina di Córdoba e che vivono da tempo in paesi diversi. Ma per fortuna, anche nostra, ogni tanto si ritrovano e creano nuove pagine di musica. E’ il caso di Sin Lugar a Dudas. Con studiato equilibrio questo lavoro mescola tradizione argentina, temerarietà cordobese, espressività latinoamericana, spiritualità, ritmiche, timbriche, colori e linguaggi senza confini. Insomma come si legge nella note di copertina vengono fuori i caratteri della cultura cordobese, il sacro e il profano, la dolcezza e l’aggressività, un ritmo pari e uno dispari. Tutto questo si amalgama poi al ricchissimo patrimonio di sonorità assimilato nel corso di anni di esperienze diverse e combinato in modo unico alla sintassi jazzistica  magicamente dominata dai membri del quartetto, ossia il bassista Carlos “El tero” Buschini, il sax Javier Girotto, il pianista Gerardo Di Giusto e il percussionista Gabriel “minino” Garay. Risultato, a nostro avviso: etnojazz con tinte latine in grado di distaccarsi e allo stesso tempo di fornire nuovi colori all’oramai classico ombrello del latin jazz in cui predomina dai tempi di Chano Pozo e Gillespie la modalità afrocubana o afroboricua. Córdoba Reunion va appunto oltre quelle impronte di latin mainstream, ci  apre una nuova finestra sul mondo delle musiche e al contempo tenta di restituirci gli umori e la biodiversità culturale del pianeta attraverso le specifiche sensibilità maturate dai quattro vecchi (si fa per dire, sono ancor nel bel mezzo del cammin…) amici di Córdoba. Tra le undici composizioni, oltre alla track-list scritta da Buschini, merita un plauso La Cambiada con un groove e un  impasto sonoro entusiasmanti pungolati di continuo dal basso di Carlos “El Tero” in particolare stato di grazia.

Beatriz Aguiar, Nomade (Felmay)

Questo nuovo album evidenzia le molteplici influenze musicali della cantante uruguaiana, Beatriz Aguiar, che vanno dalle musiche popolari e afro del continente Sudamericano, alla Spagna al Sud italiano. Così come incorpora l’affascinante viaggio della musica dei gitani dell’Europa orientale e del Medio Oriente, prima musica degli schiavi africani e quella degli emigranti del secolo scorso. Nelle sue composizioni e in quelle di altri compositori come nel caso del poeta sardo Antonio Mura Ena o di Luigi Marielli (Tazenda), Beatriz ha fuso un mix di stili e generi dove passione, miti e leggenda diventano un punto di incontro.

« … il nuovo continente era permeato di suoni del Mediterraneo e di lamenti gitani da oriente a occidente. Questi, incontrando i ritmi e la potenza dello spirito e del corpo africani e i miti degli indigeni hanno dato vita a un mondo nuovo: la giovane e bella America Latina … ». E i  cui timbri più afrolatini spiccano nelle tracce Manzanilla e Ululu Bambo.

Filippo Cosentino, Lanes (Green Production- filippo cosentino.com)

Il bravo chitarrista-arrangiatore Filippo Cosentino per questo suo esordio discografico con Lanes ha voluto al proprio fianco un nome  del calibro di Fabrizio Bosso,  uno dei migliori giovani trombettisti in circolazione in Europa e non solo. Bosso collabora in due brani dei nove che completano il progetto: cinque composizioni sono firmate da Cosentino mentre le altre quattro sono  interessanti arrangiamenti di evengreen jazzistici di Gil Evans, Benny Golson, Thelonius Monk e Miles Davis. Lanes è uno di quei dischi che ti prende subito fin dai primi accordi anche perché non è complicato riconoscere  i linguaggi prediletti dal talentuoso musicista piemontese che spaziano  tra jazz-rock, fusion e blues e qua e là spruzzatine latine. Suggeriamo l’ascolto di Blue Monk, la titletrack Lanes (in cui fa la sua figura anche il loop di batteria) in cui fanno capolino accenti ritmici di bossa, ma l’esecuzione che ci ha affascinato maggiormente è la corta ma efficace Hassan’s Dream in cui brilla lo spirito ispano-americano. Tutto l’album  comunque è un tripudio di swing. Una bellissima scoperta, meglio tardi che mai, l’aver conosciuto e apprezzato l’ottimo Filippo Cosentino.

E’ in arrivo il  Carnevale 2012 di Barranquilla.

ascolta la ritmatissima canzone del carnevale di quest’anno:

Colores de Febrero 17Dmaster

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