CUBA libri.Torna “Cimarrón – Biografia di uno schiavo fuggiasco” di Miguel Barnet

Che bello tuffarsi nuovamente tra le pagine della Cimarrón- Biografia di uno schiavo fuggiasco dell’etnologo e scrittore Miguel Barnet di cui è appena stata pubblicata la nuova e bella edizione italiana a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino per i tipi della Quolibet edizioni di Macerata

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Cuba: Alfredo Rodriguez & latin-world

4. aprile 2018 – 17:19No Comment
Cuba: Alfredo Rodriguez & latin-world

Con Chan Chan & Adiós Nonino, e forse qualche altro brano, avrebbe completato la sua escursione dentro le musiche popolari dell’America latina, un excursus che il pianista cubano Alfredo Rodriguez ( per l’occasione affiancato dal chitarrista-bassista Munir Hossn e dal batterista Arnaud Dolmen, rispettivamente di Brasile e Guadalupa) ha raccolto nei suoi quattro album fin qui registrati.

 

L’ultimo di questi, The Little Dream, è stato il cuore del primo appuntamento di CrossLatin nell’accogliente Auditorium Corelli di Fusignano (30 marzo 2018), ma la noche cultural del tastierista avanero è iniziata con The Invasion Parade, ispirato alle comparsas (sfilate di gruppi folklorici) del carnevale di Santiago de Cuba, e conclusasi con Gitanerias di Ernesto Lecuona, senza dubbio il più importante compositore cubano del Novecento. Negli altri ottanta minuti, icone della musica cubana: ¡Ay, Mama Inés! di Eliseo Grenet, una personale rivisitazione del tango-congo portato al successo internazionale da Rita Montaner (erano gli anni Trenta) poi da Bola de Nieve, tra i tanti che l’hanno interpretato; e l’universale Guantanamera. Naturalmente la vibrante The Little Dream, l’africaneggiante Dawn, il sound brasileiro De Rua Pra Rua. Eppoi due omaggi: il primo alla messicana Consuela Velázquez, autrice dell’immortale colonna sonora della vita dei latinos, ossia Besame Mucho interpretata qui con un delicato swing; infine il canto alla divinità yoruba del mare: Yemayà. E così il percorso partito da Cuba ha sconfinato in Brasile e in Messico. In breve abbiamo ascoltato: musica che si differenzia dal classico latin jazz, con un sound all’insegna dello spirito popolare cubano, clave lievemente percettibile (ma il drummer rimpiazzato all’ultimo momento non è di scuola afrocubana), improvvisazioni affidate a piano e basso, e il tutto su un impianto che oscillava costantemente tra world & fusion. Applauditissima, comunque, questa modalità vigorosa di interpretare il latin. Ma va detto, senza timori, che per molti quando sul palco c’è un pezzo di Cuba, è buona musica, a prescindere. (gfg)

Crossroads, Fusignano (Ra), 30 marzo 2018

foto Gian Franco Grilli:

 

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