SUDAMERICA. L’omaggio di Daniele Sepe con Poema 15
“Il potere spende e spande per diffondere menzogne…. Nel nostro piccolo, con questo lavoro discografico e i nostri modesti mezzi, anche noi, come Silvio Rodriguez, cerchiamo di piantargli (al serpente=Stati Uniti) nel suo voracissimo stomaco un verso e una verità”. Così il bandleader Daniele Sepe presentando il suo bel POEMA 15 (Encore Music), un omaggio storico-musicale ai protagonisti democratici dell’America Latina del Novecento.
L’undici settembre del 1973 in Cile il golpe militare di Pinochet, supportato dalla Cia e dal governo degli Stati Uniti, metteva fine all’esperienza dell’Unidad Popular del presidente socialista Salvador Allende. In pochi mesi migliaia di studenti, lavoratori, sindacalisti vennero imprigionati, torturati ed assassinati, molti furono i desaparecidos, come nell’Argentina di Videla. Tra essi anche il poeta e musicista Victor Jara, e il poeta Pablo Neruda morì dieci giorni dopo il golpe, probabilmente avvelenato nell’ospedale in cui era ricoverato. A 50 anni da quei giorni terribili il sassofonista napoletano Daniele Sepe ha voluto ricordare quei protagonisti, i versi scottanti e le opere della musica popolare e politica latino americana.
Dieci brani stupendi tra cui anche Confians, magnifico cavallo di battaglia, cantato in creolo antillese (forse martinicano), del polistrumentista-cantante francese Mino Cinelu (ex Miles Davis,, Weather Report…) qui riletto dal grintoso sassofonista napoletano Daniele SEPE con la collaborazione di una trentina di ottimi musicisti. POEMA 15 (Encore Music) è il titolo della raccolta di brani sudamericani incisi per ricordare: 1) il 50° anniversario del golpe in Cile, 2) le figure di Salvador Allende, Pablo Neruda, Victor Jara e tanti altri artisti ; 3)attraverso i linguaggi sonori principali dell’America Latina, dal Cile all’Argentina, da Puerto Rico a Cuba. E nell’insieme spiccano la dimensione internazionalista, militante e le passioni musicali sudamericane, africane e indigene di Sepe, qui in veste non solo di solista e produttore ma anche arrangiatore. Un ‘album intriso di grande sensibilità e umanità, un racconto musical-politico che mostra l’amore profondo per le culture, le tradizioni, il folklore del Continente Sudamericano e il sostegno alle lotte per la conquista di libertà, diritti, democrazia e giustizia sociale.Un lavoro “partigiano”, se volete, che non ammette cedimenti di sorta rispolverando composizioni di Victor Jara, Atahualpa Yupanqui, Silvio Rodriguez, Pablo Neruda, Ariel Ramirez unite a due pezzi originali. Impegno e denuncia, tradizione e modernità, cancion latina, huayno, zamba, tango, son, afrocaraibica intrecciati a jazz, musica africana, mediterranea, strumentazione acustica ed elettronica, europea e tipica sudamericana (charango, quena, cuatro, bandoneon, congas, bombo). Risultato: un melting pot di grande impatto sonoro ed emotivo. Correte ad ascoltare questi pezzi, meritano davvero la massima attenzione per chi ama le musiche panamericane, il jazz, la world music e poesia militante. (gfg)